DOOMAIN, Doomain

DOOMAIN, Doomain

Dietro la sigla Doomain si nasconde il solo Gore Soprano, qui alle prese con un retro-doom dai forti rimandi alla scena metal anni Ottanta (soprattutto nell’immaginario) e alle forme più oscure/rituali del linguaggio prescelto. Questa prima demo, pubblicata dalla stessa etichetta che a breve ne ospiterà l’album di debutto, contiene quattro tracce in cui il musicista lascia intravedere le potenzialità e le coordinate su cui Doomain andrà a muoversi sulla lunga distanza, con l’attenzione puntata con forza sul mood a discapito di rifiniture che potrebbero sminuire l’aura maligna e volutamente lo-fi dell’insieme. Il tutto verte su riff ipnotici su cui si staglia una voce distante e a tratti sgraziata, in sintonia con le proposte dei pionieri del doom più caustico e malevolo. Non mancano i richiami ai nomi di prima grandezza del genere e ad eroi della prima ondata metal (la conclusiva “Rings Of War” sembra voler unire in sé lo spirito di Candlemass ed Angel Witch), ma su tutto prevale proprio la volontà di rifarsi alle cult-band più sanguigne e nell’ombra anche per la registrazione underground e scarna che impone una patina catacombale all’intero lavoro. Bisognerà attendere l’album per comprendere se queste caratteristiche resteranno come punto cardine del progetto o verranno limate da una produzione meno ruvida, nel frattempo questo primo assaggio farà la gioia degli amanti del doom più intransigente e ossianico, con “Echoes Of Doom” a fare la parte del leone, grazie a un riffing azzeccato e a un piglio epico che ne rafforza l’incedere. Da tenere d’occhio.