BERTRAND GAUGUET, Encerclements

Bertrand Gauguet è un artista dagli interessi multiformi: sassofonista e compositore di musica elettronica e acustica, ha pubblicato una ventina di album per diverse label europee, esplorato i suoni del mondo attraverso la lente macroscopica del field recording e collaborato con cineasti, coreografi e altri compositori. Encerclements è il suo secondo album interamente elettronico dopo The Torn Map del 2013. Stilisticamente a metà strada tra minimal e noise, il disco sembra voler accentuare il divario tra i due generi piuttosto che colmarlo.

All’ipnotico rumorismo di “Cercle 1” si contrappone la brutale deflagrazione di “Cercle 3”, una soverchiante espressione di potenza analogica controbilanciata da una coda ambientale in cui sopravvivono radi echi di antichi modulatori ad anello. Più incline all’electro-glitch “Cercle 5”, un desolante vuoto cosmico in cui galleggiano frammenti sparsi di un’improvvisazione organistica ormai impossibile da ricostruire. La predilezione per le strutture sonore al limite dell’udibile contraddistingue tracce come “Cercle 7”, anche se non di rado Gauguet le violenta con rumorismi accidentati e incontrollati riavvolgimenti di nastro.

Un po’ superflua la lunga deriva di “En Route!”, tra audiofilmini di famiglie in gita al mare e i soliti gorgogliamenti da VCS3 che francamente risultano un po’ stantii. L’autore sembra in qualche modo perseguitato dai timbri della scuola elettronica europea di jarreana memoria, pur proponendo composizioni che poco o nulla hanno di quell’estetica.

Encerclements è un abile manufatto dal suono impalpabile e selvaggio, ma è anche un’esplorazione verso una meta ancora da definire. Sicuramente Gauguet avrà chiare nella sua mente le coordinate di questo viaggio, ma il rischio per chi ascolta è di smarrire il percorso.