ASEPTIC VOID, Psychosis

Aseptic Void

Terzo lavoro sulla lunga distanza per il musicista toscano Davide Terreni. Questa volta è l’etichetta Cryo Chamber di Simon Heath (Atrium Carceri) a pubblicare Psychosis in formato digitale, dopo i precedenti per Vulpiano Records. Subito notiamo una maggiore voglia di diversificare la proposta di Aseptic Void: molti dei pezzi, infatti, sembrano più articolati e meno legati a canoni dark ambient, pur rimanendo comodamente inseriti in un alveo oscuro e foriero di incubi notturni pesanti da sopportare (il modello è sempre il binomio David Lynch/Alan Splet di Eraserhead, solo per fare un esempio, e non è cosa da poco). L’incipit è per il mare agitato della lunga “Contagion”, che parte in sordina per poi inghiottire tutto quello che le capita a tiro. La title-track è virulento incedere che nasconde tra le maglie del suono inesorabili battiti techno (efficace il tutto, devo ammettere) e “Canto” è davvero disturbante (infatti la voce femminile, che nel finale declama di una storia di solitudine, avalla la mia ipotesi). La chiusura “Missing” è in pratica una suite composta da scarti elettronici che sembrano provenire da mondi di chiara matrice industrial. A conti fatti, il lavoro conferma il talento di un ragazzo che ha intrapreso una strada parecchio impervia (il “mercato” del genere è piccolo e affollato), ma che continua a stupire per lucidità e voglia di affermarsi. Qui si lavora sottotraccia e lo si fa bene, dopo tre dischi posso affermarlo senza nessun timore.