Artelettronica music review #1

Artelettronica Music Review seleziona e recensisce ep ed album di musica techno e sperimentale per dare all’ascoltatore un’opinione e una guida per orientarsi nella scena contemporanea.

J.C., Mugako (Semantica Records)

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L’estate sta volgendo al termine e il primo album che andiamo a recensire è del producer madrileno Jose Cabrera, in arte J.C., sulla prestigiosa label di Svreca: Semantica Records. Arriva a meno di un anno di distanza dal suo ultimo lavoro Portrait Of The Flying Sky (uscito su Soul People Music), seguito da altri ep su etichette come Symbolism e la sua personale Cabrera.
Chiaramente Semantica non ha bisogno di presentazioni, è sempre sinonimo di qualità e come previsto non delude le aspettative. L’album si intitola Mugako, in riferimento al festival che si tiene a Vitoria-Gasteiz (del quale J.C. è anche fondatore), ed è composto da sette brani. Si comincia con “Sendia”, traccia totalmente d’ascolto dai suoni sperimentali e atmosferici, che porta con sé un senso di oscurità e disagio. I bpm salgono, ma non troppo, con “Bixi”, “Enaitz”, “Ixtaso” e “Hator”: sonorità dark e ritmi deep, in perfetto stile Semantica. A metà strada c’è “Apodaka”, brano ipnotico con un vocal preso da un programma statunitense sulle elezioni democratiche. Nel finale troviamo “Mairu”, traccia d’ascolto ma con sonorità più industriali.
Un lavoro davvero ottimo quello fatto dallo spagnolo, un album che tutti gli appassionati ascolteranno con entusiasmo.

OAKE, Monad XXIV (Stroboscopic Artefacts)

L’ultima release della serie “Monad” della Stroboscopic Artefacts è siglata dal duo tedesco Oake. Su quest’etichetta è un debutto per loro, dato che fino ad ora avevano prodotto per la Downwards Records di Regis e Female.
Va detto subito: è un ep pazzesco. Quattro tracce di techno industrial che si interseca con sonorità metal, noise e drone. Lo stile degli Oake è inconfondibile, quando si ascolta questo tipo di materiale non è difficile indovinare chi ne è l’artefice. Siamo molto vicini a Kerridge, da sottolineare infatti il loro progetto “UF”, che per ora si può soltanto sentire live.

TIME TRAVELER, I’m Made Of Stars / Journal (Chronicles Diary)

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Michele Pinna, dj e producer di origine sarda, presenta con il suo alias Time Traveler il suo primo album in uscita il 30 settembre sulla sua nuova etichetta Chronicles Diary. Il disco, intitolato I’m Made Of Stars / Journal, prende spunto da conversazioni tra Pinna e suo padre riguardo a galassie, spazio e tempo: si crea così un lavoro astratto e futuristico.
Abituati ai ritmi tech-house che proponeva con la sua prima label The Triangle Records, questa volta troviamo invece una raccolta di tredici tracce d’impatto techno. È un album che colpisce da subito con beat old school, per poi passare a sonorità più moderne ed elettroniche. A breve usciranno anche remix di artisti non indifferenti come Dave Clarke, Brian Sanhaji, Detroit Techno Militia, Black Asteroid, Bas Mooy e Dj Hyperactive.
Il packaging è curato dallo stesso Pinna, che ha un passato come illustratore grafico: l’edizione limitata in vinile è simile a un diario nero con al suo interno delle stampe che rappresentano la visione futuristica di Time Traveler. È affascinante come Pinna abbia unito musica e arte, grazie anche a collaborazioni con fotografi, scultori e fashion designer.

DAX J, Illusion Of Power (Electric Deluxe)

Dax J raccoglie nella sua musica tutto lo spirito inglese, ricordando e ispirandosi alla techno anni Novanta. Dai bassi decisi e dal ritmo energico, Illusion Of Power non si distingue dalla sua corrente musicale, racchiudendo in sé sei tracce attraverso le quali – dice l’artista –  rappresentare l’unità e il potere del popolo contro la parte nascosta e corrotta del mondo.
L’ep musicalmente spazia tra i classici beat old school in stile rave 90’s, inglobando linee acide, ma c’è posto anche per sonorità organiche/ambient e breakbeat.Gli episodi che più si distinguono per carattere ed energia sono di sicuro “Zulu Nation” e “The Quest”, di grande impatto sul dancefloor in una situazione da club: con ogni probabilità saranno quelli che sentiremo suonare in giro. A seguire la loro linea c’è sicuramente “Reign Of Terror”, traccia introduttiva dell’ep, che conserva sempre un ritmo da 130 bpm e una decisa corrente acid.
“Cartagena Square” ha il compito di frenare i ritmi, creando una bella e piacevole pausa. La sonorità tipica ambient lascia viaggiare la mente tra paesaggi desertici e isolati, non per niente è fatta da field recordings raccolti a Cartagena, Sud America. Interessante anche la chiusura dell’ep, “Breaking Visions”: grossa impronta break beat, astratta ma allo stesso tempo con un groove fresco e danzante. Un po’ sotto tono invece “Harry The Hatchet”, che sembra non tenere il passo del resto. Nell’insieme si tratta di un buon lavoro, che porterà di certo positività e crescita per Dax J. Electric Deluxe è una top label e Speedy J una leggenda della Techno Music, potrà essere questo debutto l’inizio di una lunga collaborazione? Vedremo.

SHLØMO, Vanished Breath (Wolfskuil Ltd)

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Da quando fece il suo debutto sulla Wolfskuil Ltd nel 2015, il giovane dj e producer Shlømo esplose, andando in tour in tutto il mondo assieme ai massimi esponenti della techno e finendo su Delsin e Singular Records. Il suo nuovo ep esce sulla label di Darko Esser, con cinque tracce che emulano la profondità delle sue produzioni.
Si inizia con “Vanished Breath”, un’introduzione dalle sonorità atmosferiche, e “The Ritual”, dai ritmi breakbeat. “Obsession” è decisamente la più energica, è una techno dalle melodie ipnotiche e con bpm veloci. La quarta traccia è d’ascolto, sette minuti di sounds melodici ma, dopo un po’, anche tediosi. L’ultima è una bonus track, una lieve modifica di “Obsession” con una Drums Takeover Mix.
Un bel big up per questa release fresca di stampa.

ANFS, The Age Of Ephemeral Man (Inner Surface Music)

Si era già capito che George Anifantis, in arte ANFS, è uno che ci dà dentro sul serio. A chi piace quella faccia della techno “cattiva” ed oscura di sicuro piacerà anche questo disco. Owner della giovane label Vanila, con cui si è già fatto riconoscere nel panorama richiamando l’attenzione di noti artisti per le sue uscite e collabs con Sawf, farà sicuramente parlare di sé anche per il suo The Age Of Ephemeral Man.
Apre l’ep “Blood Trophy”: basse frequenze e molta corposità per una traccia profonda e potente, che lascia intuire la struttura del resto del disco. Segue “VPA”, sicuramente la più strong, oscura e distorta: suonata in club dalle luci soffuse, quasi assenti, è quella classica traccia che eleva in un viaggio spirituale a qualunque appassionato sul dancefloor. Claustrale!
Il successivo remix di Honzo non è altro che la sua reinterpretazione della traccia. Dall’inizio scuro e misterioso, quasi inquietante, a metà sfoggia tutta la sua forza con un groove decisamente hard-core, a cui si aggiunge una bassline acida. Meno indicata per la dancefloor e più d’ascolto, a chiudere il vinile e a frenare i ritmi, “Zevra” è sperimentazione di suoni e rumori che non abbandona però la linea dark dell’ep.
Un gran lavoro e un ottimo traguardo per ANFS: Inner Surface, label di Tom Dicicco e AnD, ha riservato tante buone uscite, contando sull’appoggio di numerosi artisti, Ontal, Gaja e Eomac solo per citarne alcuni. Da segnalare anche un gran evento a cui questo artista prenderà parte: il 24 settembre ai Corsica Studios di Londra si esibirà con un live set dividendo la consolle con Oscar Mulero, Makaton, Eomac, Steve Bicknell e altri ancora.

OSCAR MULERO, Hyperbolic Paths (Token Records)

Iniziamo a parlare di un mostro sacro della techno, uno di quelli che ha sempre suonato questo genere senza mai vendersi. Oscar Mulero è un dj e producer spagnolo di Madrid, in attività dalla fine degli anni Ottanta e con un’infinità di produzioni alle spalle. La sua prossima release sarà sulla Token Records di Kr!z (non è la prima volta che produce su questa etichetta: nel 2008 da solista, nel 2013 e nel 2014 con Cristian Wunsch). Hyperbolic Paths è composto da quattro tracce techno molto intense: suoni puliti, ipnotici e molto deep come solo il maestro spagnolo sa fare. D’altronde siamo di fronte a un professionista di una maestria unica, che ancora una volta propone techno all’avanguardia.

SHIFTED, Six Steps To Resurgence (Avian) / Drifting Over (Drifting Over)

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Dopo due anni di assenza l’artista londinese Shifted torna con una nuova release sulla sua Avian. La label (creata insieme a Ventress nel 2011) è diventata in pochi anni una delle più importanti della scena techno, ospitando e scoprendo artisti come Sigha, MPIA3, Skarn (Alessandro Cortini) e l’impronunciabile duo svedese Shxcxchcxsh, giusto per citarne alcuni.
L’ep si chiama Steps To Resurgence, contiene tre tracce orientate al dancefloor e alla sperimentazione. “Persistence Of Vision” e “In Equal Measure” sono due brani techno con bpm non troppo elevati e dai suoni cupi, mentre “Anti” è puramente d’ascolto, tre minuti intensi di suoni noise e drone. Questa non è l’unica news, Shifted infatti ha creato una nuova sub-label chiamata Drifting Over, dedicata interamente al suo materiale. Il primo ep si chiama appunto Drifting Over, è composto da quattro tracce techno registrate quasi tre anni fa che ricordano i primi lavori su Mote Evolver e Our Circula Sound.
Due dischi interessanti quelli di Shifted, sicuramente meritevoli dell’attenzione di tutti.
Per i fortunati che si trovano nella capitale tedesca questo weekend, venerdi 23 settembre ci sarà un Avian showcase al Berghain con Shifted, Sigha, Shxcxchcxsh, Pris e Varg & Christian Stadsgaard (The Empire Line).