OM, Advaitic Songs

Advaitic Songs

Se Emil Amos e il signor Cisneros avessero smarrito la strada dell’ispirazione, li avremmo perdonati. Un percorso valido e ricco di suggestioni, tra fremiti sludge e tremori stoner, l’avevano già compiuto eccome. Invece, li si ritrova a conferire pieni poteri al loro nome, calandosi del tutto in atmosfere rituali e con accenti spirituali che possono ritenersi di matrice orientale così come vicini a una sorta di psichedelia mistica. Un grosso rischio, ma corso bene. Di certo Advaitic Songs non è diversificato, ma non è la varietà l’arma importante: il disco è uno spogliarsi potente e godibile di orpelli passati (scosse elettriche di “State Of Non-Return” escluse) per immergersi in acque sacre, incolonnando gli ascoltatori in una processione volta a farli espiare, come in un calvario pacificante (con pezzi intitolati “Sinai” o “Gethsemane” non c’era da aspettarsi pop cameristico), scandito da archi (sempre in “State Of Non-Return”, la coda di violino e pianoforte esprime appieno il passaggio a determinate convinzioni sonore), linee di basso profonde e litanie magnetiche. Tutto questo è tenuto assieme da un sentore psych-folk che si fa strada anche tra i synth stentorei e la ritmica “pesa” – ma elastica – di canzoni quali “Gethsemane”. Una fervente intensità e la capacità di non disperdere le intuizioni, nonostante, ad esempio, gli ultimi tre pezzi durino più di dieci minuti, rendono Advaitic Songs il disco giusto per certificare una volta per tutte il valore degli Om.

Tracklist 

01. Addis
02. State Of Non-Return
03. Gethsemane
04. Sinai
05. Haqq Al-Yaqin