STEFANO PILIA, Blind Sun – New Century Christology

Blind-Sun

Musicista navigato, il genovese da tempo di stanza a Bologna. Stefano Pilia è uno che non se ne sta con le mani in mano, è stato spesso in giro per il mondo e ha suonato con Andrea Belfi e Mike Watt, per Rokia Traoré e Massimo Volume e gli Afterhours, trovando pure il tempo di far uscire la sua “cosa”. Questa è l’ultima in ordine di tempo (le prime erano targate Last Visible Dog, Die Schachtel, Tulip) e vede la partecipazione di Gianluigi Toccafondo all’artwork, un artista che ha lavorato per la Biennale di Venezia, varie case editrici e la Fandango. Lo stile di Pilia qui si sostanzia in tutta la sua bellezza cristallina (la melodica e notevole “Butterfly Aeon”): lo strumento principale è, ovviamente, la chitarra, spesso acustica, che gli serve per pennellare atmosfere in forma d’acquerello (la veloce “Stand Behind…”), ma c’è anche l’elettrica all’occorrenza (la riflessiva e straniante “The Blind Moon”), senza dimenticare l’uso della slide nella sempiterna “Dark Was The Night, Cold Was The Ground” (di Blind Willie Johnson). “Getsemanhi Crickets Night Air” apre il secondo lato in maniera meno ortodossa: fanno capolino istanze quasi shoegaze, e qui torna la parte più avvezza al noise e all’improvvisazione del musicista, e la breve “Little Ada” prosegue sul medesimo solco con maggiore grazia e delicatezza espositiva, facendo il paio con la slide dolente di “Golgotha Chamaleon”. Chiude la notturna “Children Ghost”, a suggello di un lavoro meditativo, atmosferico (e maturo), adatto a quanti hanno voglia di immergersi nella musica di quest’uomo talentuoso.