POWER MONSTER, White Single Female

POWER MONSTER, White Single Female

Lo slogan in nylon we trust dell’etichetta capitolina Signora Ward risuona macabro, assassino e vigoroso quanto il titolo White Single Female scelto dall’americana Alexandra Pharmakidis aka Power Monster. Venti minuti urticanti di harsh noise dal sottofondo minaccioso e disconnesso, tacchi a spillo, cicche di sigarette e meravigliose gambe da osservare (vedi immagini contenute nel sempre gustoso e marcio artwork). Viscerale, entra in modo brutale nel cervello sotto forma di un vermicolare chip elettronico che a un certo momento sfarfalla virulentemente emettendo impedenze e frequenze elettromagnetiche, deviando e – per alcuni microsecondi – perfino cortocircuitando il naturale flusso di dati neuronali, ma se vuole è anche capace di far ingresso in modo più femminile, dolce e sexy, ovverosia dalla porta del cuore, finendo per risultare come uno di quei giochi erotici, sadomaso e accattivanti. Poi scende giù per lo stomaco, senti ribollire i succhi gastrici, scartavetra le pareti interne delle interiora e infine risale di nuovo alla scatola cranica, accarezzando e nel contempo corrodendo il tessuto connettivo nervoso. Settanta copie su nastro, avvolte nel solito collant nero: pare che qualcuno abbia già storto il naso, perché preferisce la cassetta nella propria e abituale custodia in plastica trasparente, ma a questo punto verrebbe meno il concept stesso della label, quindi vogliamo più gambaletti, magari la prossima volta di colore viola.