Possessed: il Vangelo secondo Jeff Becerra

Jeff Becerra - Possessed

Roma, Traffic, 14/6/2019.
Le foto sono di Benedetta Liz Gaiani, che ringraziamo.

L’estate a Roma è anche sinonimo di concerti – la maggior parte dei quali di nomi molto grossi – rigorosamente all’aperto. Chi frequenta l’ambiente metal è però abituato a ritrovarsi al Traffic, dove ogni tanto organizzano degli eventi irrinunciabili, che ti portano a sfidare il caldo e a sopravvivere fino al termine di concerti. Così com’è stato per i Nuclear Assault nel 2015 e per i Municipal Waste nel 2016 (dei quali vi abbiamo raccontato in passato), quest’anno sono arrivati i Possessed, per la prima volta nella Capitale.

Già dalle nove c’è la fila fuori dal locale e in molti entrano da subito per vedere i Nordjevel. I norvegesi (con membri di altre band note come Zyklon, Myrkskog e Ragnarok) sono il classico gruppo senza infamia e senza lode: dopo 5 minuti di ascolto hai già capito dove va a parare. Black metal molto standard, gli spettatori sono coinvolti ma io rimango molto perplesso.

Salgono i Possessed e le cose cambiano subito: il quintetto è in formissima e l’audience va in delirio. La scaletta è molto equilibrata: cinque pezzi dal  nuovo album Revelations Of Oblivion (legittimo, visto che si tratta del tour promozionale), sei da Seven Churches (“Evil Warriors”, “Pentagram”, “Fallen Angel”, “The Exorcist”, “Death Metal” e il finale col botto con “Burning In Hell”), due da Beyond The Gates (“The Heretic” e “Tribulation”) e due da The Eyes Of Horror (“Storm In My Mind” e la title-track). La temperatura è infernale, ma i livelli dei Nuclear Assault rimangono imbattibili (era anche fine luglio e lo stesso gruppo fece fatica ad arrivare alla fine). Il Traffic è pieno – l’evento era molto atteso – e al termine tutti aspettano che Jeff Becerra esca per chiedere una foto o un autografo. Lui non solo si presenta, ma rimane più di mezzora, così da soddisfare ogni singolo fan. Dopo questo lungo “meeting” col pubblico, ho avuto il piacere di fargli qualche domanda. Nonostante la stanchezza si è dimostrato molto disponibile.

Prima di tutto, Jeff: cosa ne pensi dello show di stasera? Come pensi che la folla abbia reagito alla tua musica?

Jeff Becerra: Stasera è stato grandioso: adoro suonare in Italia, ogni volta è bello ma stasera a Roma è stato pazzesco!

Sei mai stato qui prima d’ora?

Sì, sono stato qui in passato ma è la prima volta in questo club.

Parliamo del tuo nuovo disco, Revelations Of Oblivion. Vi siete riuniti più di 10 anni fa, come mai il nuovo disco è uscito proprio ora? È stato difficile per voi comporre e registrare il materiale? 

No Daniele, la composizione è stata molto veloce, ma è successo che mi hanno sparato due volte. Mi ci sono voluti sette anni e mezzo per riprendermi, mentalmente e fisicamente. Ho avuto molti alti e bassi. Fondamentalmente, volevo la migliore band possibile e fare un tour abbastanza lungo. Mi ci è voluto un po’ per tornare in pista.

Il titolo del tuo nuovo album è ispirato al libro della Rivelazione?

Tutti i miei album traggono ispirazione dal Libro della Rivelazione, tutti quanti.

È la tua parte preferita della Bibbia o quella che ti spaventa di più?

È molto reale, puoi vedere le somiglianze tra la nostra cultura e il libro della Rivelazione. È uno dei capitoli più metal della Bibbia. Allo stesso tempo puoi predicare il Vangelo ed essere heavy metal.

Pensi che la nuova line-up abbia funzionato bene per la composizione delle nuove canzoni?

Sì, è la migliore formazione di sempre! La migliore che potessi mai trovare, e ho cercato per un po’.

La prima volta che ho visto i Possessed è stato nel 2007 al Wacken Open Air: la line-up era costituita da te insieme ai ragazzi dei Sadistic Intent. Era la prima volta che pensavi di riunire Possessed?

Sono molto grato ai Sadistic Intent. Stavamo suonando in Drop B e questo è stato come un trampolino di lancio per rimettermi in pista. Poi ci siamo divisi amichevolmente: volevano concentrarsi sulla loro band e io volevo costruire i veri Possessed.

Jeff Becerra - Possessed

Seven Churches è uscito quasi 35 anni fa. Cosa ricordi delle registrazioni e del processo di composizione?

I Mikes (Mike Torrao e Mike Sus) si avvicinarono a me quando ero in terza media. Ero con la mia ragazza e mi chiesero: “Ehi, ti chiami Jeff Becerra? Suoni il basso? Vieni a trovarci”. Torrao mi diede su una cassetta sette canzoni scritte in modo molto approssimativo, io le presi e imparai la parte di basso in un giorno.
Ero stato buttato fuori dalla mia vecchia band, quindi dovetti costruire una cassa per basso. Andai da Radio Shack e comprai alcuni diffusori che io e mio padre usammo per questo scopo. I Mikes mi avevano chiesto anche se cantassi, avevo risposto di sì ma non era vero, quindi imparai anche a cantare. In nove mesi letteralmente tornai a Larry con un management e un contratto firmato su Combat Records. Sono molto bravo nel mettere insieme gruppi. Loro erano stati nel garage per anni, poi vennero da me e fu tutto molto veloce.

Sei ancora in contatto con loro?

Sfortunatamente non ci parlo da tre decenni. Li amo e devo loro molto. Rispetto il loro percorso nella vita e qualunque cosa vogliano fare. Sono come dei vecchi amici delle superiori.

A proposito di The Eyes Of Horror, sei soddisfatto della produzione di Joe Satriani?

Penso che la produzione sia un po’ debole, ma l’album mi piace. Penso che avrebbe potuto essere più pesante ma mi piace.

Pensi che i Possessed siano più noti ora rispetto agli anni Ottanta?

Oh sì, sicuramente. Non siamo mai stati nelle classifiche pop, e ora il nuovo album è diciassettesimo nelle classifiche pop. Non siamo i Cranberries o Rammstein, quindi è strabiliante. Siamo dodicesimi nelle classifiche tedesche, stiamo andando molto bene.

Ti piacciono alcune nuove band death metal?

Sì, certamente. È un peccato chiamarli “nuovi”, ma mi piacciono molto i Necrot. Mi piacciono anche molto alcuni gruppi più vecchi come Krisiun o Pestilence. Sono un O.G., un ragazzo della vecchia scuola (“O.G.” come “old gangster”, per l’appunto uno della vecchia scuola, ndr).

Ti piacciono anche alcune band italiane?

Certo, Bulldozer!

Quali ricordi hai della World War III (1985) con Celtic Frost e Voivod? (quest’ultima domanda è stata fatta a Jeff dal mio collega nonché compagno di band Giuseppe Colio; si parla di uno storico festival canadese organizzato dal manager dei Voivod, oltre che della prima data fuori Europa per Celtic Frost e della prima data in Canada per i Possessed, ndr).

A quel punto penso che i Celtic Frost stessero ancora suonando black metal. Io e Tom facemmo una lunga conversazione, in quel momento i Celtic Frost portarono il death metal in Europa. C’era Nasty Ron dei Nasty Savage che aveva tre bellissime ragazze nude tutte per lui. Martin Eric Ain e Tom litigarono e Tom dovette cantare l’intero set con la mascella rotta. E ovviamente i Voivod furono fantastici!