POINO, Bon Ick Voyeur

POINO

Trio con base a Londra, questo dei Poino, che reitera con fare determinato, e un pelo pedissequo, la passione per il post-rock in primis, ma anche emocore e noise, tutto di evidente matrice Novanta. Bassi duri come molle (il pezzo di apertura e il funk della notturna e muta “Pinking”), voce nevrastenica e sottilmente depressa, quasi pericolosa la vicinanza con mr. Albini (e con le ritmiche spezzettate à la Us Maple) in “Burnt Birthday”. Non manca una batteria frammentata che si interseca tra le insidiose trame chitarristiche di Gaverick de Vis. In poco più di mezz’ora si mettono in pratica quelle che sono le ormai storiche coordinate che molti di voi appassionati conosceranno a memoria (in “Special Wrong” l’esercizio di stile e la voce di de Vis sono ancora più esasperati). Bon Ick Voyeur (in cd e vinile per la inglese Horse Arm, che ha già pubblicato gli Staer, per dire) è disco onesto e senza troppe pretese (sono al secondo lavoro), adatto a chi ha ancora voglia di struggersi secondo modalità piuttosto cervellotiche e in fondo intimiste, ne è riprova la chiusura quasi “cameristica” di “Terpsichordia” nel secondo lato. Per stretti appassionati di “quel” genere.