MIKE COOPER, Light On A Wall

MIKE COOPER, Light On A Wall

Come un flusso di coscienza che viene fuori a briglia sciolta (volutamente) e ispirato, tra gli altri, a William Burroughs e a un paio di racconti di Thomas Pynchon, questo è Light On A Wall, registrazione di pezzi ri-arrangiati per l’occasione effettuata a Beirut per Radio Libano e pubblicata in vinile dall’attenta etichetta pugliese Backwards (vedi Nostra Signora Delle Tenebre). Le composizioni sono tutte più o meno assimilabili a uno stile/definizione, quindi pensate a una sorta di impro-pop suonato con una “electric Vietnamese lap steel guitar”… non devo aggiungere molto altro, posso però raccontarvi delle sensazioni che le singole tracce possono potenzialmente evocare: isolamento, riflessione, picchi di follia (quelle svisate puntute della title-track) o credere di assistere a una cerimonia officiata da un simpatico sciamano in camicia hawaiana, che canta di storie tutte sue e si prodiga in elucubrazioni che non mancano di analizzare il pacifismo e la fratellanza (e i dylaniani sapranno riconoscere la finale “Masters Of War”, anche se trasfigurata). Un vero freak, Mike Cooper, uno che ha una storia lunga alle spalle e che se ne sta a Roma da anni, ma gira continuamente per il mondo, e non dimentica mai le proprie radici. Personalmente ho avuto la fortuna di assistere a un suo concerto lo scorso anno al D.I.O. Fest, dove ha dato la paga a molte band cosiddette psichedeliche, etc., a dimostrazione del fatto che se hai personalità da vendere ti puoi permettere il lusso di interpretare molti dei canoni musicali possibili senza risultare mai pedissequo (la pozzanghera psych di “Year Of The Decay”). Certo, posso arrivare a pensare che il suo cantato a volte mi può ricordare quello di un Robert Wyatt ancora più sulla luna e leggermente afono, ma rimangono dettagli di poco conto. Se insomma vi piacciono davvero gli alieni (sentite la lunga e storta sinfonia di “Humid Morning” che apre il secondo lato ed è il vero apice dell’album), dovreste far vostro un lavoro simile, e volendo potreste recuperare l’uscita per No=Fi Recordings (New Globe Notes) e quella per Rnvg Intl. col sodale Steve Gunn (Cantos De Lisboa).

Tracklist

Lato A

01. Industrial Hazard
02. Light On A Wall
03. Year Of The Decay
04. A Bleeding Edge
05. Much-A-Fire Across Europe

Lato B

01. Humid Morning
02. Nothing To Gain / Everything To Lose
03. Masters At War