MAI MAI MAI, Delta

Mai Mai Mai

Seconda tappa del viaggio di Toni Cutrone alla scoperta delle proprie radici e del proprio suono. La prima, onestissima, pubblicata poco tempo fa per Boring Machines, era stata accolta iperpositivamente da stampa cartacea e non, con i vinili che se ne andavano via come se il cd non fosse mai (mai mai) stato inventato. Questa volta tocca a Yerevan Tapes, un’etichetta che forse più della precedente ha a che fare con il lavoro di Cutrone, vuoi per lo sguardo rivolto verso (il Vicino) Oriente, vuoi perché è parente stretta di Avant! Records, che avrebbe potuto realizzare questo disco per le sue connessioni a certo industrial. Il suono scabro di Cutrone è autentico, fisico, ancora più immediato quando ricorre a “techno beats” (come scrive Yerevan; a me fanno pensare ai Black Dice) e buio senza bisogno di rigurgiti infernali e altre facezie.

Il cortocircuito di cui si parlava nella precedente recensione di Mai Mai Mai torna qui durante “Bysantion”, perché ci si ricongiunge a Zamia Lehmanni (Songs Of Byzantine Flowers) dei cari vecchi SPK, con tanto di coro “ecclesiastico”, lecito oltre ogni dire nel caso di Mai Mai Mai, un po’ pericoloso in quanto cliché, specie se poi vicino ci mettiamo le successive percussioni di “Tetraktys”. D’altro canto, però, gli ospiti di questo disco sono Donato Epiro (organo) e Gianni Giublena Rosacroce (clarinetto), il che mostra chiaramente il desiderio di colorare in modo diverso un sound che in qualche modo appartiene al dna del signor NO=FI.

Sempre bene.