HANDFUL OF HATE, To Perdition

Handful Of Hate

Intorno al 1995 suonavo in un gruppo circa-black metal con cui realizzammo un (orripilante) demo. Nella provincia di Lucca non è che ci fosse troppo movimento metal estremo e, nella mia zona, la Garfagnana, situata a circa 50 chilometri dalla “capitale”, non ce n’era alcuno. Un giorno mi vidi recapitare una lettera (quelle cose col francobollo sopra, forse qualcuno ricorda…) che arrivava da un incredibilmente omonimo gruppo ancora più incredibilmente della stessa provincia di Lucca, che ci intimava minaccioso di cambiare nome, in quanto unico vero “keeper of the name”. Dopo una mia risposta pacata ma ferma, per cui il tipo si rese conto che non ero uno sfigatello e che, anzi, ero piuttosto attivo, i suoi toni si ammorbidorono, al che mi invitò a incontrarci nel centro di Lucca per chiarire in modo amichevole la cosa e l’occasione furono le prove degli Handful Of Hate, che erano suoi amici. Dagli Handful Of Hate avevo da poco comprato il demo, che avevo già letteralmente consumato: black metal veloce, potente, ma con grandi intrecci melodici di chitarra, grandi influenze svedesi, insomma. Li apprezzai molto anche in azione “live” e tra l’altro qualche mese dopo li rividi con piacere pure in concerto a Firenze.

A vent’anni dalla loro formazione eccoli ancora qua, dopo molti cambi di formazione (Nicola, chitarra e voce, è il loro Dave Mustaine) e svariate uscite. Già dopo il primo album Qliphotic Supremacy gli Handful Of Hate avevano preso una piega in chiave Marduk, con meno intrecci chitarristici e più martellamento: questo To Perdition conferma in pieno la linea. Non sono comunque i Marduk di Panzer Division Marduk (che, comunque, nella sua ottusità rimane il mio album preferito del gruppo), c’è spazio per una certa varietà di tempi ma, alla fine, i punti di riferimento li avete capiti. Il disco è suonato bene, i pezzi sono strutturati con padronanza, il suono è appropriato (magari la batteria è un po’ troppo “moderna”, ma queste sono scelte sulle quali si può opinare fino a un certo punto), quindi si sa a cosa si va incontro. Voto: promosso di sicuro ma, come vale indiscriminatamente per ogni gruppo, il primo demo è sempre la cosa migliore… è uno scherzo eh. Ah, volete sapere come è finita la storia dell’omonimia? Il tipo mi disse che aveva appena scoperto una band tedesca con lo stesso nome attiva da un anno prima di noi, quindi decidemmo ambedue di cambiare, salomonico…

Tracklist

01. To Perdition
02. Far Beyond All Scourges
03. Swines Graced Gods
04. Cursed Be Your Breast
05. Caro Data Vermibus
06. Larvae
07. Ornaments For Derision
08. Ex Abrupto
09. Words Like Worms
10. Feeding Suggerings
11. Damnatio Ad Bestias