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STORMO, Endocannibalismo

Gli Stormo (Belluno) sono arrivati al loro quarto album “lungo” in studio, il primo per la californiana Prosthetic, dopo due per la tedesca Moment Of Collapse. Cade la parentesi graffa che li aveva accompagnati sinora (chiudeva la seconda “o” del loro nome).

Per chi ha seguito il percorso del gruppo dal 2007 ad oggi, Endocannibalismo sarà senza dubbio una sorpresa. Gli Stormo sono dediti a un hardcore molto strutturato con frenetici cambi di tempo tra math e screamo, momenti di apertura con voci pulite seguiti da velocissimi passaggi più “tradizionali” di fast beat di batteria, alcuni rasenti il grind (con forti richiami vocali ai Cripple Bastards), e si distinguono da sempre per una forte cupezza e per una sorta di “oppressione sonora”, alternata a rabbia e disperazione sputate dritte in faccia (organiche, del resto, ai generi che si sono scelti). Oggi non rinunciano a queste caratteristiche, ma le ridimensionano: post-hardcore e math lasciano spazio a un approccio più duro e diretto, i pezzi scorrono veloci con meno rallentamenti che in passato (rallentamenti in senso ritmico e musicale, non di attenzione o tono), portando l’ascoltatore a fine disco prima che se ne renda conto. La disperazione resta, ma seguita da molta più rabbia e voglia di fare male. Le chitarre sono distorte al massimo per la maggior parte del tempo e il bassista mena come un fabbro, tutto questo in pezzi che presentano molti più richiami alla vecchia scuola o comunque a un hardcore italiano molto meno “post”. Non c’è la frenesia compositiva e strutturale di Sospesi Nel Vuoto Bruceremo In Un Attimo E Il Cerchio Sarà Chiuso, loro esordio sulla lunga distanza del 2014 che portava con sé momenti di semi-sospensione (appunto), in cui pareva di stare in uno scantinato buio, claustrofobico, esserne sparati fuori verso l’aria e il sole per ricaderci brutalmente subito dopo. Questa non vuole essere in alcun modo una critica, anzi: siamo di fronte ad una sorta di processo evolutivo invertito o comunque molto peculiare rispetto a quello di altri. Due ulteriori punti a favore di Endocannibalismo: da un lato chi già apprezza la band troverà tutto ciò che lo ha convinto sin dagli esordi, nessun “tradimento della vecchia guardia”, dall’altro chi magari non conosce gli Stormo o non è abituato a post-hardcore troppo strutturato e screammato potrà – grazie a questo disco – provare ad avvicinarsi a loro, riconsiderando anche determinati generi.