Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

TEVERTS, Towards The Red Skies

TEVERTS, Towards The Red Skies

Classico power trio dedito a uno stoner roccioso, i Teverts da Benevento offrono sei brani dai quali di volta in volta viene fuori un background differente, sia esso il doom, la psichedelia o persino il postmetal e il crossover, il tutto senza snaturare un tratto che li tiene saldamente legati ai propri numi tutelari e al linguaggio prescelto, con ovvi richiami a Kyuss, Fu Manchu, Orange Goblin… Se, da un lato, questa precisa scelta di campo rende Towards The Red Skies un lavoro di genere che non fa nulla per mascherare la propria indole, dall’altro, proprio le già citate strizzate d’occhio a stili differenti, seppure sempre dislocati in territori contigui, permettono al disco di scorrere senza intoppi e aggiungono quelle spezie che insaporiscono il piatto quanto basta per lasciarsi apprezzare. Che i tre ci sappiano fare è evidente, così come traspare la conoscenza della materia, del resto sono in giro da dieci anni e questa non è la loro prima uscita, ma tutto questo non basterebbe se ad affiancarli non si trovassero una buona personalità e la capacità di mettere bene a fuoco i brani in fase di scrittura, permettendo loro di fare centro e ficcarsi in mente sin dal primo ascolto. Un esempio lampante è proprio la title-track, in cui vengono fuori la potenza e la già citata capacità di inglobare nella formula ingredienti disparati (a dir poco spiazzante la sfumatura crossover nel cantato e nel groove), il tutto al servizio di un disco che ancora una volta impedisce di chiudere la bara e ribadisce la vitalità di una scena da molti data per spacciata anzitempo. Finché ci saranno band come i Teverts, che vanno oltre la mera ripetizione e tentano di aggiungere del proprio, non ci sentiamo di chiudere la porta.