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SUBROSA, For This We Fought The Battle Of Ages

È passato parecchio tempo da quando abbiamo incontrato per la prima volta la band di Salt Lake City grazie alla svedese I Hate Records, che aveva dato alle stampe il suo primo album Strega. Da allora le Subrosa hanno cambiato alcuni musicisti, con il fondamentale ingresso di Kim Pack al violino già dal secondo No Help For The Mighty Ones, e si sono accasate con la Profound Lore, etichetta lungimirante e senza paura, dimostratasi base ideale per loro.
A completare la line up di questo quarto album troviamo la batteria di Andy Patterson, a bordo già dal precedente More Constant Than The Gods (qui all’opera anche come ingegnere del suono) e l’ultimo arrivato Levi Hanna, entrato come bassista dal 2014. Parlare di Subrosa al femminile, insomma, forse non è più del tutto corretto, sebbene il nucleo storico e la forza trainante di questa realtà sia da sempre il terzetto composto dalla chitarrista Rebecca Vernon e dalle due violiniste Sarah Pendleton e Kim Pack. Proprio l’interazione tra la chitarra e i due violini crea quel suono straniante e onirico che caratterizza sempre più l’universo della formazione e la distacca dall’originaria matrice sludge/doom, colonna portante soprattutto a livello di mood su cui costruire lunghe suite ricche di pathos e articolate tra psichedelia e pulsione sperimentale, virate nella tradizione folk e strizzate d’occhio al mondo classico, in particolare alla musica da camera.

Come sempre, la particolarità del cantato e i giochi di voce completano la struttura di un tessuto sonoro ormai immediatamente identificabile e unico nel suo genere, che non mancherà di affascinare chiunque si mostri abbastanza coraggioso per seguire le trame complesse e ricche di saliscendi emotivi care alla band, sempre più decisa a percorrere una sua strada ripida ma di certo non fine a sé stessa, visto che non ci si trova di fronte a composizioni pretenziose o prive di una propria trama ben delineata, quanto piuttosto ad affreschi che ben di rado si mantengono al di sotto dei dieci minuti e ben difficilmente si prestano ad un ascolto distratto o men che partecipe.

In fondo, il fascino delle Subrosa sta proprio in questa loro natura a cavallo tra pulsione emotiva e voglia di rompere gli schemi, con le radici ben salde nelle plumbee atmosfere del doom e i rami tesi verso le forme più coraggiose di metal evoluto/contaminato (di cui guarda caso la scuderia Profound Lore rappresenta un perfetto esempio). Altra partnership di lunga data è quella con Glyn Smyth, che si occupa dell’artwork e accompagna con il suo tratto riconoscibile la band sin dal secondo album.  Ormai non più una promessa, ma una vera e propria certezza.

Le Subrosa saranno il 28 di questo mese al Lo Fi di Milano e il 29 al Freak Out di Bologna insieme ai Sinistro, il consiglio è quello di non perdere l’occasione di vederle in azione sul palco.