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BONAVENTURE, Mentor

Un cambio di etichetta che suona come una dichiarazione di intenti per Soraya Lutangu aka Bonaventure, producer svizzera/congolese alle prese con il suo secondo ep. Se Free Lutangu dell’anno scorso, con il suo arsenale schizofrenico di materiali di diversa origine affastellati a forza, poteva considerarsi una “classica” uscita Purple Tape Pedigree (per quanto un termine del genere possa suonare paradossale vista la natura dei dischi dell’etichetta newyorkese), Mentor, sotto egida Planet Mu, vede un deciso raffinamento del sound di Soraya, rendendolo più facilmente inquadrabile. La sua è un’elettronica figlia tanto delle onnipresenti decostruzioni in salsa Arca-ica quanto di tutto il filone post-dubstep, con qualche venatura occasionale che fa tanto IDM fine anni ’90: bassi profondi e frammenti di ritmiche che collidono, synth acuti e pointillisme digitale uniti a un’interessante verve ritmica che lancia più di un’occhiata a un ipotetico dancefloor alieno. L’irrequieta soundtrack da videogame retrofuturista della title-track, con Ikonika dietro l’angolo, o il banger ultra denso che esplode in uno stordente tripudio percussivo di “Colony”, sono gli episodi più lampanti in questo senso. In ogni caso è un po’ tutto il disco ad essere piacevolmente movimentato nel suo cercare di saldare astrattezze e botte di fisicità, restando comunque nell’ordine dei tre/quattro minuti per pezzo. In complesso una prova non originalissima ma tutto sommato riuscita. Aspettiamo di vedere come evolverà la cosa.