Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

WOJTEK, Hymn For The Leftovers

L’orso Wojtek, da cui la band prende nome, servì nel 22° corpo di artiglieria dell’esercito polacco durante la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista; trasportava casse di munizioni e nel tempo libero sembra amasse bere birra e nuotare, qualcuno dice anche aggredire i soldati nemici che gli capitavano a tiro. Del resto, anche oggi si usa dire “fare l’orso” per riferirsi all’atteggiamento di una persona scontrosa e facile agli eccessi d’ira, qualità che calzano alla perfezione se si pensa alla musica di questi cinque guastatori. La loro proposta è un mix malsano di suoni urticanti e volutamente sporchi, a cavallo tra estremismi differenti (metal, noise, sludge…) eppure riconducibili alla precisa volontà di risultare disturbanti e rendere la vita difficile a chi si avvicini loro incautamente, senza la necessaria preparazione. Non mancano momenti di apparente calma, come avviene su “Crawling”, traccia che assume un afflato quasi epico e sviluppa un crescendo con tanto di cavalcata scomposta da armata delle tenebre guidata da un Ash in acido; in breve, la versione distorta e allucinata di un brano metal privato di ogni fedeltà allo spartito e ai canoni del bel suono.

Ecco, più che l’esercito polacco in marcia, i Wojtek ricordano un’invasione di cavallette che si lanciano sui campi precedute dal loro assordante zillare: nulla di scenografico o affascinante se non si vuole pensare all’attrazione morbosa mista a disgusto che possiamo provare per certe immagini truculente postate sui social di Nature Is Metal.

“Empty Veins” sembra un anthem hardcore suonato con la puntina rovinata e riporta a casa una certa idea di estremismo non piegabile ai gusti dell’ascoltatore medio neanche con la migliore campagna di marketing immaginabile. Qui la natura ostile non è una posa o una ricerca di attenzione da bel tenebroso intento ad acchiappare qualche spirito da crocerossina (o bella tenebrosa e crocerossino, spero non serva sottolinearlo). Se quanto detto finora, anziché farvi passare oltre, vi è apparso come un elenco di qualità in grado di attirarvi all’ascolto, non avete che da puntare il mouse sul pulsante play e lasciarvi cullare da questi inni per gli scarti. Uomo avvisato…