Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

VISTHIA, In Aeternum Deleti

In Aeternum Deleti

Provo a recuperare adesso In Aeternum Deleti, uscito nel 2011 e purtroppo sfuggito al mio radar. I Visthia, italiani, sono in giro da tantissimo tempo tra l’altro, ma questo è il primo loro disco che ascolto. La presentazione è splendida, merito di un’edizione illustrata dai lavori di Nicola Samorì, un artista che sfregia quadri che sembrano rinascimentali, creando un contrasto tra senso della misura classico e smisurato orrore contemporaneo. Il gruppo, da parte sua, rende onore a Nicola con pezzi tutto sommato “classicamente” black metal, sui quali il batterista interviene con la modernità di un’elettronica d’ascendenza industrial & noise (non a caso stiamo parlando di Francesco Gemelli, che curò l’artwork di Human Antithesis dei Void Of Silence, altro disco nel quale si tentava la fusione tra metal estremo e dark ambient). Qui le macchine si incastonano nei brani in modo da fungere ogni tanto da ritmica alternativa e/o suppletiva (penso a certe cose della ant-zen), senza eccessi e senza mangiarsi il resto, in una maniera che dimostra come il gruppo abbia assorbito, fatto sue e reso quasi ovvie le intuizioni dell’avant e industrial black degli anni Novanta. Di quest’ultima diramazione del genere riprendono anche la violenza senza morale della parte metal, davvero solida e per fortuna mai ripetitiva, dato che c’è sempre qualche piccolo intarsio a non semplificare troppo la formula, oltre a qualche tocco doom. Dal punto di vista dei testi c’è più di qualche brivido, come sempre del resto, dato che il gruppo prova a usare il latino, il che suona pretenzioso, alternandolo a parti recitate in italiano, molto retoriche però incredibilmente non stucchevoli, anzi. In Aeternum Deleti è la storia di una sorta di personaggio frankmilleriano, un giustiziere politicamente scorretto su scala mondiale che va a bruciare Gerusalemme, città legata a tutte e tre le religioni monoteiste (lo so a cosa state pensando, ma l’età dei componenti del gruppo, il legame coi Void Of Silence e il fatto che nelle interviste citino il gruppo israeliano Melechesh mi lasciano abbastanza tranquillo).

Assieme a Stagnant Waters, i Visthia sono la dimostrazione che un certo modo di suonare black metal è ancora vitale.