Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

SPIRALE, Spirale

Spirale

Chi mi segue da un po’ conosce la mia insana passione per la serie di spin-off “What if…” con cui la Marvel si divertiva a creare situazioni inaspettate e a rimescolare le carte in tavola. L’ascolto del nuovo disco degli Spirale ha innescato un procedimento simile, permettendo d’immaginare una Seattle dei Novanta lontana da qualsiasi successo commerciale e alla deriva, infettata da germi hardcore e nichilismo, priva di appeal radiofonico e devota al verbo iconoclasta dei Tad. Ecco, questa in breve la prima impressione che provoca l’ascolto di queste sei tracce, nelle quali una spiccata vena grunge si incastra in un mood disperato e malevolo, ma non si nega sprazzi di psichedelia e cavalcate. Si intravedono i Neurosis in studio con Jack Endino e – sopra a tutto – il fantasma dei Nerorgasmo a rendere ancora più negativo l’effetto finale (“Stato Embrionale” ha in sé tutta la cattiveria della Torino hc). Il risultato è talmente al di fuori dei soliti percorsi e da ciò a cui siamo abituati da calamitare l’ascoltatore e conquistarlo, merito della personalità e della convinzione con le quali gli Spirale presentano questa folle ricetta, figlia di una visione che la band insegue sin dagli inizi e che oggi sembra aver preso forma, così da rivelare le sue potenzialità. Fa piacere notare come ci sia ancora chi disegna una propria traiettoria con determinazione e si prende il tempo per crescere, soprattutto se i risultati danno ragione alla sua testardaggine. Visto poi che ci si trova di fronte a una band giovane e ancora in piena evoluzione, si può essere certi che in futuro non mancheranno ulteriori sviluppi e messe a regime della macchina. Per ora non resta che lasciarsi andare e magari cercare di beccarsi gli Spirale dal vivo, come è capitato a noi di recente, soddisfatti o rimborsati.