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S.J. HOFFMAN & HARRY REVEL & LES BAXTER, First Electronic Chillout Music

First Electronic Chillout Music

Quasi un’ipotetica versione meneghina, e in un certo senso ancora più freak, delle “unheard music series” (i più attenti si ricorderanno le ristampe della chicagoana Atavistic, in quel caso dedicate all’area più creativa di certa ormai storica impro-jazz). Questo potrebbe venire in mente ascoltando il disco che abbiamo per le mani (stiamo chiaramente fantasticando), raccolta di due distinte registrazioni, uscite in origine a 78 giri (“Music Out Of The Moon” del 1947 e “Perfume Set To Music” dell’anno successivo) con nuovo remastering, e pubblicato dalla sempre attenta Black Sweat Records (Futuro Antico, Eternal Zio).

First Electronic Chillout Music è sintesi del lavoro di tre personaggi importanti per la musica popular del dopoguerra del secolo scorso e rappresenta una sorta di grado zero proprio di alcune delle sonorità che oggi tanto sembrano andare per la maggiore (alludo alle varie forme dei recenti rigurgiti psych e al pauperismo di certa elettronica odierna). Doverosa una veloce presentazione dei protagonisti, quindi: Hoffman suona il theremin (in pratica lo strumento cardine di questa pubblicazione), influenza Sun Ra e appare pure in “Electricity” di Captain Beefheart (da Safe As Milk); Revel, che viene dai musical e dagli score per Hollywood, compone il tutto, mentre Baxter, che è considerato il padre della “exotica” (e infatti dà proprio quel suo magico tocco ai pezzi) ed è dietro alle colonne sonore di molti film di Roger Corman e Mario Bava, conduce le partiture.

La prima parte è, diciamo, quella melodica e affine agli score tipici della Hollywood più creativa degli anni Cinquanta (pensate anche alle tante commedie che sicuramente avete visto nella vostra infanzia), perciò cori che si rincorrono felici e atmosfere trasognate (la chitarra jazz di “Moon Moods”). “Radar Blues”, poi, oltre ad avere un titolo superlativo, è pure perfetta nel suo esprimere candore, melodia sopraffina e andamento felpato. Nella seconda il mood si fa leggermente più brioso, quindi non privo di cantato “scat” e pianismo ai limiti del virtuosistico, con quel theremin che veleggia sempre fiero. “Tzigane (Gipsy)”, per esempio, è sin dal titolo una sorta di viaggio a ritroso nella storia, dove credi davvero di vivere dentro a un’ambientazione felice e scanzonata, con archi maestosi e canterini come non mai. In definitiva tutti i pezzi restanti giocano per l’appunto sugli strumenti ad arco e sulle voci che si incastrano perfettamente con essi (“Jet” che è rapimento di suggestioni, con le note di pianoforte ai limiti del barocco).

First Electronic Chillout Music è ristampa (in vinile e limitata a trecento copie) che pone l’attenzione sulle prime forme di apparente “frivolezza” in musica, quelle stesse che, non a caso, davano il giusto accento ai numerosi film dell’epoca, anche se magari passavano per banali composizioni d’accompagnamento a determinate scene. L’appassionato, soprattutto chi non rinuncia mai a comprendere a pieno la complessa storia delle musiche del Novecento, non dovrebbe farsi sfuggire quest’uscita.