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PRESENCE, Eteipapula

La musica ormai mi arriva da talmente tante direzioni che ho perso il controllo. Certo, provo ad annotarmi il necessario, ma spesso ci si ritrova ad ascoltare dischi trovati grazie ad un nome e a un titolo senza più ricordarsi come ci si fosse arrivati.

Nel mio caso siamo in Corsica ad ascoltare Presence di tale Eteipapula, 11 brani nei quali un certo struggimento emotivo si sposa con produzioni e ambienti a tratti leggeri e a tratti ballabili.  Bizzarro che nell’iniziale “Sunglasses On For You” i passaggi tra una fase all’altra siano talmente diretti da far apparire e sparire una figura come Jamie Stewart tra i flash di un dancefloor. Le musiche di Eteipapula sono personali ma in qualche modo malleabili, a seconda dell’umore e del tiro che questo musicista decide di imprimere: in “Kabuter” utilizza una brutta chitarra per far terminare un iniziale crooner in una sorta di spaziale avventura notturna che potrebbe essere perfetta in un b-movie.

A voce spesso si stringe o deborda, lasciando il solco e la direzione è portandosi dietro il resto della musica in maniera bizzarra, mentre a volte è pura espressione emotiva, con linee melodiche o beats improvvisi che possono sostenere o distruggere il tutto.

Quando il folk più crudo, come in “Bi-Weekly Visit”, si fa spazio, atterrisce e tutto scompare. L’impressione è che dietro ad Eteipapula ci sia una grandissima oscurità e che in qualche modo questa sia l’unica possibilità di esorcizzarla. In “Callbacks” ci si ritrova improvvisamente in uno stralcio di lite intergalattica, mentre nella successiva “Kid Were Cheering” ad accompagnarlo c’è la flebile voce di Eloïse Gautier per un duetto che lacera il cuore. Poi altri bravi che ci portano in un mondo oscuro conturbante e misterioso come “Oath”, dove da un tunnel sincopato esce un rapping in extrabeat, oppure una “Green Rays” che inizia sposando i dettami chitarristici della prima Cornwood Records con un’idea del tutto personale su un’enfasi smodata e romantica che spezza letteralmente il cuore. Stralci toccanti e visionari di cantautorato out of tune. Ormai l’avrete capito, Presence è una sorpresa dalla prima all’ultima nota e rischia di aprire una porta su un contesto per il momento piuttosto sconosciuto. Io del resto non ricordo come ci sia finito, ma sono molto felice di poter stringere queste canzoni fra le braccia, tra inquietudine e cuore.