Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

NADSAT, Crudo [+ full album stream]

Crudo, nomen omen, è il titolo del nuovo disco dei Nadsat, duo chitarra e batteria che si pone come fine ultimo quello di riportare alla loro essenza intima sonorità solitamente complesse e di non facile assimilazione. Si parte quindi da un approccio quanto più distante possibile dalla forma canzone, che attinge dal math-core e dal noise per privarli di ogni eccesso o barocchismo e risputarli sull’ascoltatore in forma nuda e (appunto) cruda. Questo, però, non impedisce che i brani siano in sé completi e ricchi di particolari, ma evita ogni ridondanza che ne smorzi l’impatto o renda artificiosamente ostica la costruzione sonora. Se all’inizio il suono può risultare a tratti fin troppo secco e sguarnito, in realtà con l’avanzare dell’ascolto questo approccio permette di apprezzare la bravura dei Nadsat nel reggere un intero album senza nessun trucco scenico o effetto speciale, come ci si trovasse alla prova generale di una rappresentazione teatrale senza fondali e costumi.

Difficile incasellare un lavoro come Crudo nelle attuali gabbie sonore, soprattutto perché distante da ogni accenno di modernità o appeal modaiolo, eppure in grado di risultare comunque ipnotico nel suo essere volutamente spigoloso e urticante, quasi grezzo nei suoi stacchi e nei suoi vuoti privi di feedback o rumori statici a gonfiarne la massa. Una scelta coraggiosa che non si accompagna, va sottolineato, a brani poco curati e men che meno ad un songwriting approssimativo con la scusa della spontaneità, perché in queste composizioni si avvertono chiaramente una ricerca e un’attenzione tanto più evidenti quanto più costrette all’interno di una formula senza rete. Come direbbero i francesi: chapeau.