Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

MENACE RUINE, Alight In Ashes

Alight In Ashes

Dopo Alien8 e Aurora Borealis, Geneviève e il suo socio arrivano su Profound Lore con un disco che prosegue il percorso iniziato con The Die Is Cast (2008, poi c’è stato Union Of Irreconcilables del 2010), disco che si staccava di netto dal precedente Cult Of Ruins (sempre 2008), perché il rumore alla base dei Menace Ruine non cercava più richiami al black metal, ma assorbiva suggestioni quasi neo-folk. Comunque, sia sentendo The Die Is Cast sia questo Alight In Ashes, viene da pensare a un parallelo coi Dead Can Dance di The Serpent’s Egg e Aion, quelli che portano a compimento la loro ricerca su Medioevo, folk e tradizione, assorbendone le suggestioni musicali. Difficile essere in possesso degli strumenti per capire quanto lo scavo sia valido ed esatto, ma in buona sostanza i Menace Ruine vogliono rievocare a modo loro quei mondi, reinventandoli in un contesto drone e noise, costruito con synth che spesso sembrano delle chitarre: un’ambiguità consapevole (?) che potrebbe derivare da ascolti o da un interesse verso i vari progetti di metal “sperimentale” e ambientale (in molti, tra l’altro, sono rimasti fregati dalla descrizione di Profound Lore, che parla di Burzum unito a The Moon Lay Hidden Beneath A Cloud). Coerentemente, l’artwork è stra-carico di simboli associabili ai Secoli Bui e all’alchimia, così come i testi interpretati in maniera pesantemente ieratica da Geneviève, che parlano di Natura da decifrare, di acqua che si tramuta in fuoco, di salamandre (vedi sempre alla voce alchimia)…

Siamo di fronte a uno stile originale o quantomeno a un’originale fusione di stili, ben vestita da un lavoro in apparenza curato sull’immaginario e sulla filosofia. I Menace Ruine, però, per la prima volta rifanno loro stessi.

Tracklist

01. Set Water To Flames
02. Salamandra
03. Burnt Offerings
04. Arsenikon (Faded In Discord)
05. Disease Of Fear
06. Cup Of Oblivion