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GRAVESITE, Neverending Trail Of Skulls

Chiunque segua la scena underground italiana sa come a Bologna ci siano tante formazioni interessanti, molte delle quali sono apparse su queste pagine più di una volta. Chi è ancora più dentro a questo mondo sa anche come gran parte delle band siano composte quasi tutte dalle stesse persone, che da anni portano avanti in modo appassionato un discorso fatto di qualità e coerenza anche laddove non c’è grossa risposta di pubblico.

Un nome che ancora non abbiamo fatto è quello dei Gravesite, band death metal composta da membri di Cancer Spreading (apparsi anche sul volume 2 della nostra compilation), Terror Firmer, Black Temple Below, Ancient Cult, Haemophagus e Repulsione. Nascono dalle ceneri dei palermitani Undead Creep (poi riformati nel capoluogo emiliano), ma se le sonorità di questi ultimi erano più legate alla Svezia, in questo caso c’è meno Boss HM2 e molta più oscurità. L’avere un chitarrista come Gioele dà al sound una connotazione meno marcia, con assoli pulitissimi e tecnici (ad esempio in “Postmortem Fetal Extrusion”). La stessa cosa che poi ritroviamo negli Haemophagus (nei quali c’è anche il batterista David), ma qui di grind non c’è manco l’ombra, mentre c’è molto del sound europeo primi anni Novanta e anche di alcune formazioni americane come i Sadistic Intent. La voce di Gabry è impostata un po’ diversamente da com’è negli altri suoi progetti ed è vicina agli standard del genere. Rispetto alle loro uscite precedenti la proposta musicale non è cambiata di una virgola, ma gli standard qualitativi sono sempre alti. Il tutto è via via un po’ meno debitore dei gruppi di riferimento e si sta muovendo sempre di più verso qualcosa di personale. Le intro scelte connotano meglio il carattere orrorifico del loro concept (degna di nota quella di “Forced To Cannibalism”, che ricorda alcuni degli intermezzi dei Morbid Angel come “Doomsday Celebration” su Blessed Are The Sick).

Neverending Trail Of Skulls è il secondo ad uscire per la spagnola Xtreem Music (proprietà di Dave Rotten degli Avulsed) e – come avrete intuito – è il disco che fa per voi se amate il genere. Se vi fa schifo il death metal difficilmente riuscirete a reggere una tale quantità di riff maligni e marcescenti, ma potete provarci e chissà che non finiate col divertirvi.