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FLUKT, Omen Ov Darkness

La mia vita è ripetitiva. Mi sveglio, metto su l’acqua del the e frego l’attesa sul divano, perdendomi nella brutta library music e nei news ticker dei canali di informazione 24 su 24: la guerra in Ucraina, la questione palestinese, il nuovo dei Tomb Mold. Se ho tempo, invece, passo a far colazione al bar di un amico che s’è appena messo in proprio dopo anni sotto padrone: chiedo come vanno le cose, se oltre a coprire le mattine ha preso uno per fare gli aperitivi, come pensa di svangarla, lui poi finisce a parlare dei figli, della compagna che lo aiuta e del nuovo Incantation che gli dà un grande senso di sicurezza. In ufficio non posso distrarmi un secondo, ma almeno ho un’ora secca di pausa pranzo e una mensa eccezionale: la cuoca mi vuole bene, mi accoglie con piatti abbondanti e la solita frecciata su Timewave Zero dei Blood Incantation che piace solo a me e al suo gatto. A una certa stacco, esco, non trovo le sigarette, impazzisco, vado al tabacchino della via attaccata alla mia: il signore con la maglietta dei Grave Miasma ha già il mio pacchetto pronto e gli mette già vicino l’accendino piccolo, tanto sa che ho come sempre perso il mio.

Qualche sera, dopo l’amaro, mi viene il leggero sospetto che forse questo revival death metal abbia un po’ tanto rotto il cazzo, ma poi mi ricordo che a me piace sempre rovinare tutto e quindi va bene così. Per lo stesso motivo non m’infastidisce un gruppo come i norvegesi Flukt (“volo”, “fuga”, anche nel senso – credo – di “fuga dalla realtà”), che da metà anni Dieci di questo secolo suonano black metal anni Novanta di quello prima, e lo fanno bene: niente synth (qualcuno potrebbe chiederlo, rispondo adesso), niente sperimentazioni, niente contaminazioni, niente dissonanze à la Deathspell Omega, niente shoegaze, Myrkur non pervenuta, nessun viaggione di alcun tipo. L’unico dubbio che rimane è se a livello di sound ci sia più Svezia o più Norvegia e qui la faccenda si complica, dipende dai dischi su cui uno ha studiato il genere. A me non pare che suonino troppo “necro & low” come voleva Nocturno Culto da giovane o che giochino molto sulle atmosfere. Di sicuro sanno benissimo che certe cose ci devono essere e aiutano a fare un disco valido, e dunque le mettono, ma qua io ci vedo soprattutto le mani insanguinate di Marduk, Dark Funeral, primi Mayhem e Satyricon.

P.S.: copertine e logo migliori sono possibili.