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DALTON, Papillon

I Dalton sono uno di quei nomi che riescono a mettere d’accordo un po’ tutti: la loro proposta mischia rock’n’roll, street punk, glam anni Settanta, pub rock, tradizione capitolina e persino un pizzico di pop, un cocktail all’insegna di uno stile ormai rodato e condito con testi in lingua madre a disegnare quadretti di vita vissuta e storie dall’ordinario quotidiano, con quel taglio tipicamente romano che viene ben sottolineato dal sonetto di Belli posto in apertura e letto dall’attore Marco Giallini. In generale l’impressione è che i Dalton viaggino sulla tratta Italia/UK più che prendere un aereo per gli States, quindi con quel piglio working class che segna profondamente la loro formula e li rende perfetti per riportare alla mente l’immagine di una sera al pub con gli amici, tra chiacchiere su quanto accaduto durante la giornata, storie di amori (raramente) finite bene e qualche alterco che potrà o meno sfociare in rissa. La loro è musica proletaria nel senso alto del termine, non ha la pretesa di svelare qualche nuova rotta e nel suo insieme ha un deciso sapore vintage ma senza la patina da rivista di moda, perché alla fine della fiera è musica onesta e sincera, suonata divertendosi e divertendo ma senza essere “leggera” nei contenuti, proprio perché racconta di loser e scazzi quotidiani, vite non semplici e difficoltà a farci i conti, eppure la sensazione è quella di un lavoro nato con la voglia di essere condiviso e quindi ricercare una via di fuga proprio negli amici veri, quelli con cui ci si conosce da sempre e che sanno capirci senza bisogno di troppe parole. Ecco, l’essenza dei Dalton è forse tutta in questa ricerca di una soluzione alla complessità della società attuale nella semplicità che si può trovare in un disco come Papillon, storia di cambiamenti e di rinascita, soprattutto di ostinata voglia di farcela, messa in musica senza codici o linguaggi iniziatici che ne precludano la comprensione a chi si ritrovi per caso ad incrociarne la strada, così da essere realmente popolare per indole e non per posa. La capacità di variare i brani quel che serve per rendere l’ascolto vario e mai troppo uguale a sé stesso e di inserire spezie differenti permette a Papillon di farsi ascoltare senza annoiare e di non confinarsi mai in una gabbia troppo stretta, una qualità che fa perdonare anche qualche eccessivo alleggerimento del menu e qualche strizzata d’occhio a linguaggi che non rientrano usualmente nella nostra dieta quotidiana. Al solito, sono su Hellnation, a continuare una partnership iniziata ai tempi del debutto Come Stai? uscito nel 2015, sorta di marchio che garantisce la genuinità del prodotto e tiene lontano qualsiasi dubbio su additivi e coloranti.

Tracklist

01. Li Du Ggener’Umani
02. L’Appartamento
03. Io E Tu
04. Marianne
05. Se La Mia Pelle Vuoi
06. Per Dio
07. Se
08. Qui Quo Qua
09. In Disparte Messi Da Parte (Sottoproletariato)