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LA CUENTA + HATE & MERDA, 3/10/2014

La Cuenta

Ancona, Glue-Lab.

Serata quanto mai pesante quella che prende vita oggi al Glue-Lab, a dirla tutta una di quelle che lascerà un ricordo duraturo ai presenti e forse sposterà un po’ più in alto l’asticella della potenza di suono che si può ottenere tra queste mura. Ciò che più colpisce di entrambe le realtà impegnate è come la botta di pancia e le vibrazioni non siano dovute al mero utilizzo dei volumi, tanto che la distorsione non finirà mai per coprire o rendere impastato ciò che esce dalle casse, ma vadano piuttosto cercate nel lavoro sui suoni e sulle singole componenti degli stessi, così da mantenere perfettamente distinguibile ogni sfumatura del ricco campionario estremista messo in mostra. Gli Hate & Merda sono in due, incappucciati, batteria e chitarra, nichilismo totale nell’approccio e in un suono che mira a prendere in ostaggio l’ascoltatore e rinchiuderlo in una cassa priva di aria e luce, talmente piccola da impedirgli di muoversi, lasciandolo completamente in balia delle loro bordate. Fosse tutto qui, non sarebbe poi un’esperienza inusitata o inaspettata per chi è solito cibarsi di materiale forte, ciò che invece impressiona è appunto la forza con cui i sequestratori rendono queste sensazioni realistiche e tangibili, attraverso una colata di sludge rabbioso, slabbrato, capace di impennate e accelerazioni improvvise, ma anche di sfaldarsi e lasciare che scricchiolii sinistri e feedback riempiano lo spazio tra le note. L’impressione è quella di trovarsi di fronte a un progetto che riporta a casa l’attitudine iconoclasta dei C.C.M., ma la disseziona e risputa come si trattasse di una leccornia made in Louisiana.

Hate & Merda

Questo sottile filo rosso con la scena hardcore permane anche nel set dei La Cuenta, anche se si tratta sempre di un qualcosa di sfuggente, un retrogusto che si insinua all’interno di una macchina da guerra in cui drone-doom, noise e sludge si fondono per portare a segno i colpi con quanta più precisione possibile. Non a caso i La Cuenta hanno realizzato anche una cover dei Bl’ast su Blind Date Records, un nome che in qualche modo quadra il cerchio e favorisce la ricezione di questa musica come se si trattasse di un’evoluzione distorta e avariata di quelle che erano in origine le pulsioni di certa scena accaci. Protagonista di questa sera sarà il lavoro Litanie Divorate, su cui ci siamo già soffermati qualche tempo fa, riproposto dai La Cuenta in tutte le sue molteplici sfaccettature e approcci. Non stupisce, per questo, vedere il batterista che a un certo punto si alza per dare il via alla prima parte di “Della Madre Divorata” dietro ad un dedalo di cavi, scatolette e potenziometri con cui manipolare e torturare suoni e voci, così da offrire ai presenti un quadro completo e fedele dell’universo sonoro caro al progetto. L’interazione tra accordi lasciati risuonare sospesi nel loro muro di distorsione, vocals sofferte e al contempo urticanti, drumming ossessivo e pulsioni sperimentali lascia il solco e smuove anche chi è abituato a simili scenari, così da ribadire quanto di positivo già affermato in sede di recensione. Nulla da aggiungere, si esce dal Glue-Lab con le orecchie ancora ferite e lo stomaco in subbuglio, ma anche col sorriso stampato sul volto. Missione compiuta!