Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

BOTH PEOPLE, S/t

BOTH PEOPLE, S/t

Achab tenta di arpionare la Balena; oppure un barrito pachidermico, minaccioso e monumentale. Evoca scenari epici e dimensioni fuori cornice l’incipit de “La Danza Dell’Elefante”, con i tre sassofoni ad aprire il sipario su un mondo noto (l’ambito di riferimento è quello del free storico, della musica creativa nera, della fire music) che sa però ugualmente brillare grazie al cuore e all’energia messi a piene mani in queste sette composizioni. Frutto di un incontro tra due regioni fertili dal punto di vista musicale, Puglia (Fabio Delvò al sax alto) e Sardegna (il resto della formazione), Both People, lavoro d’esordio per questo quintetto, è una sorta di statement che vuole celebrare i fasti di una stagione, quella della great black music, dei dischi di Archie Shepp su Impulse!, mostrando come quel tipo di attitudine e di sonorità abbia ancora cose da dire, se vissuta con passione e non come mera operazione calligrafica. Sappiamo che il legame di Andrea Morelli (sax tenore e soprano) con l’Africa è forte e sincero (ha passato l’adolescenza ad Asmara) e abbiamo già avuto modo di ascoltarne i frutti nel buon disco del duo Black Lands dell’anno scorso. Si respira anche qui un vivido sentimento d’urgenza, tra improvvisazioni dondolanti e felicemente enigmatiche (“Playing Is A Little Bit Like Fishing), temi cantabili, grondanti convincente classicità black (“Spring Time”) e figure ossute e sghembe (“Host Ones”). Molto buono il dialogo tra i tre strumentisti della nutrita sezione fiati (oltre a Morelli e Delvò abbiamo Francesco Sangiovanni al sax baritono), con frangenti di pura euforia che possono ricordare i momenti più swing dei Rova Saxophone Quartet. Tra capriole ritmiche, groove lievi e potenti (Massimo Spano al basso elettrico e Alessandro Garau alla batteria), orchestrazioni intelligenti e ficcanti, una buona capacità di dosare timbriche e dinamiche, il disco scorre in modo del tutto naturale mostrando cinque interpreti in perfetto controllo della materia. E con testa ed occhi rivolti al dramma del nostro tempo, quello dei migranti, rispetto al quale questo lavoro ambisce, con successo, a porsi come raccolta di contemporanee protest songs o di inni blues portati da un vento d’Africa, come nel caso dell’ultima traccia, “Amazing (Sahel’s Crossing)”.

Un cd rivolto agli ascoltatori che cercano stimoli e non certezze, recita la cartella stampa. D’altro canto, come dicevano già nel 1973 i Perigeo, abbiamo tutti un blues da piangere. Un disco politico nel miglior senso del termine; un invito a non chiudere gli occhi e a non consegnarsi al cinismo, ricordando quanto diceva Ernesto Guevara.