LOIA, Sotto La Mia Pelle

Ne è passato di tempo da Nodo Alla Gola, debutto dei fiorentini LOIA uscito a fine 2015, molte cose sono cambiate nella band, a cominciare da due componenti, per non parlare del mondo esterno, con la pandemia che ci ha portato via un paio di anni di relazioni sociali e concerti. Oggi quindi troviamo dei LOIA profondamente differenti da come li conoscevamo anche per quanto riguarda l’approccio e il linguaggio con cui esprimere la loro rabbia: quella è ancora tutta lì anche più di prima, semmai è meno fine a sé stessa e meglio incanalata. Per capirci, è come la differenza che passa tra un fiume che tracima senza regole travolgendo tutto quello che incontra fino a disperdersi in mille rivoli e un getto che esce da un idrante e colpisce con precisione il suo bersaglio senza mandare sprecata una sola goccia: ecco, i nuovi LOIA sono come un idrante che mira al suo bersaglio e incanala il flusso con precisione. La voce è più scandita e comprensibile, così che i testi (e che testi) arrivino all’ascoltatore chiari e senza possibili dubbi sul messaggio: “È il capitalismo che mi corrode da dentro, è il capitalismo il mio cancro, è il capitalismo che si è infilato sotto la mia pelle”. Anche il suono è meno brado e caotico, i riff tagliano la pelle, la sezione ritmica scandisce la corsa con i giusti cambi di velocità così da permettere al getto di incamerare energia prima di fuoriuscire e quando parte non si ferma di fronte a nulla. Al netto di qualche influsso metal, Sotto La Mia Pelle ha un’anima punk e la band non snatura la sua matrice prettamente hardcore, a essere ancora più precisi, hardcore italiana, legata alla scena anni Ottanta e Novanta a alle sue caratteristiche peculiari. Tra queste di sicuro c’è la natura antagonista del messaggio, la genuina e bruciante voglia di occuparsi con la propria musica di temi sociali e del mondo che ci circonda, soprattutto ora che i quattro cavalieri di biblica memoria sembrano tornati e liberi di scorrazzare in lungo e largo. Per questo mi hanno ricordato da vicino l’opera di due gruppi collegati che ho sempre apprezzato molto: i marchigiani Stige e Affluente, con i quali ho trovato più di un punto di contatto per attitudine e approccio.

Poco altro da aggiungere: se volete godervi un disco che è anche un proclama, a cominciare dalla scelta di lasciare la libera offerta per scaricarsi il digitale da Bandcamp, i LOIA hanno appena fatto uscire quello che fa per voi. Se non siete ancora convinti, vi lascio alle loro parole: siamo il contagio, la malattia, le vittime del tempo parassita, gli appestati, i divoratori della vita.