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X-MARY, Crudité

Mary

Da subito si fa notare la copertina (opera dell’amico Gioacchino Turù), dal sottile richiamo a quelle del sodalizio Battisti-Panella, e colpisce pure il fatto che il gruppo lombardo continui con abnegazione a reiterare la stessa formula musicale che lo contraddistingue sin dagli esordi. Crudité, va detto, è un album forse più di routine rispetto ai precedenti: si ha l’impressione che sia una sorta di estrema sintesi del percorso svolto fino ad ora (“Oggi Ho Comprato Una Macchina” o la ballata con vocoder “Mustafà”). Ci sono le solite invettive da energumeno punk da pochi secondi e via, come “Homosexual” e “Fai Schifo”, mentre la diretta “Il Napoli (Vince Sempre)” ha proprio quella ripartenza indolente molto anni Ottanta; non mancano arrangiamenti che ricordano proprio il Lucio Battisti più criptico (a questo punto viene seriamente da pensare che la cosa sia voluta). “L’X-Mary pensiero” rimane quindi intatto, ma ci pensa la finale, e lunghissima, “Voglio Il Frigo” a riportare le cose su di un binario sempre “pericolante”, e che ci accompagna verso destinazioni sconosciute, tra voglia di infinite jam, spossanti parti strumentali in odore di “free” (quella tromba sorniona…), e l’ode al vino da parte di Scisci. Se potete, cercateli comunque dal vivo, che sono uno spasso.