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WHEN, The Black Death

WHEN, The Black Death

L’album, del 1992, è ispirato dalla peste che colpì la Norvegia e dalle illustrazioni con le quali l’ha rappresentata Theodor Kittelsen, le stesse utilizzate da Varg Vikernes (Burzum) per i suoi dischi. Non lo avevo mai ascoltato prima di questa ristampa e lo consideravo come qualcosa di leggendario, proprio perché la scena black metal norvegese degli anni Novanta lo aveva adottato ed elogiato fino allo stremo. Non solo Burzum, ma anche i Satyricon avevano attinto da questo progetto di tale Lars Pedersen, del quale Kristoffer Rygg degli Ulver – attraverso la sua Jester Records – avrebbe poi pubblicato negli anni successivi un paio di nuove uscite. Non pare strano, dunque, che Stephen O’Malley lo abbia ripubblicato con Ideologic Organ (“divisione”, da lui curata, di Editions Mego), perché è da sempre fan di quel periodo (leggete la sua vecchia fanzine) e anche della Cold Meat Industry, etichetta che a suo modo ha influenzato i Sunn O))). The Black Death, infatti, proviene in un certo senso dall’industrial, quello della tecnica del cut-up sonoro e dei Nurse With Wound e finisce per assomigliare – al lordo dell’argomento mortifero e al netto delle citazioni folk norvegesi – ad alcuni dei primi dischi della fabbrica di Roger Karmanik, penso a In Slaughter Natives (per un certo uso delle percussioni e per certi sample di archi) e all’orrido progetto medievaleggiante di Mortiis (ancora black metal, insomma), battezzato Cintecele Diavolui. Sempre come le prime uscite CMI, possiede una specie di ingenuità malata che lo rende a tratti godibile, ma nel 2015 fa comunque specie leggere l’introduzione serissima di un altro gigante dei suoni estremi norvegesi come Lasse Marhaug, dato che non stiamo parlando di un capolavoro. Tutto sommato, riflettendoci, è bellissimo: questo è il classico disco che ha preso vita propria, ha camminato da solo ed è stato adottato in contesti che (probabilmente? Dovremmo chiederglielo) Pedersen mai avrebbe immaginato. Paradossalmente, dunque, è più importante per chi volesse scrivere l’ennesimo libro sull’ondata black norvegese che per uno che desiderasse solo sentirsi del buon dark ambient.