Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

TINDERSTICKS, The Something Rain

The Something Rain

Dal 1993 i Tindersticks subiscono catalogazioni diverse a seconda del genere che va per la maggiore, nonostante la loro musica sia da sempre dotata di uno sguardo umbratile e posata su universi tra jazz e indie rock, capace di annoiare a morte chi di tale mood proprio non ne vuole sapere e di esaltare chi ama quelle giornate grigie che infondono più calore di un dì estivo con quaranta gradi all’ombra. Di sfondo, anche un’attitudine laterale al post-rock, impressionista e da “minimalismo emotivo”. The Something Rain è esattamente questo, così come da un po’ di anni gli altri dischi del gruppo, eppure stanchezza e manierismo non affiorano per affondare la barca. Non affiorano proprio, si direbbe, una volta che lo spoken di “Chocolate” o la cantilena di “Show Me Everything” vengono elevate da lancinanti slanci di sassofono e sei corde. “This Fire Of Autumn” guadagna in ritmo e non perde nulla in quanto a visionarietà per risolversi in un algido soul, “A Night So Still” e “Come Inside” sfiorano il lounge psichedelico di certi Stereolab virato in chiave drammatica, mentre affine, ma di natura più solare, è “Slippin’ Shoes”. “Medicine” è da Calexico impegnati a musicare una giornata storta, “Frozen” materializza un panorama notturno di città con le luci delle macchine che sbiadiscono nella pioggia, “Goodbye Joe” è un bozzetto elettronico capace di riassumere la poetica del gruppo e del disco in meno di tre minuti. Ancora in forma.