Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

SYVEN, Aikaintaite

Aikantaite

Due finlandesi: uno alla voce, uno cura tutta la parte strumentale. Non so inquadrare meglio la band, dato che non conosco i gruppi nei quali i ragazzi hanno suonato precedentemente. Il disco esce per Vendlus, etichetta che predilige le contaminazioni tra metal estremo e sonorità dark ambient, folk e gothic, basta vedere sul catalogo la presenza di nomi storici della Cold Meat Industry e di David Galas (ex Lycia). I Syven rappresentano una delle possibili combinazioni di questi generi: da un lato badano molto a costruire un’atmosfera ancestrale, “etnica” e vagamente pericolosa, ricordando per l’appunto progetti di casa Karmanik come Sephiroth (senza i suoi tribalismi e con un tocco più folk), dall’altro costruiscono le tracce di modo che ci siano dei crescendo che sfocino in un doom metal dal respiro epico. La voce si allinea all’ideologia “primitiva” della band: il timbro e l’impostazione sembrano quelli dei Phurpa, il coro russo riscoperto da O’Malley per Ideologic Organ, quello dedito allo studio dei canti dei monaci tibetani. Del resto, minimalismo e ripetizione sono due parole chiave per Syven come per Phurpa, coi primi che introducono elementi moderni nel tessuto tradizionale senza purtroppo raggiungere le stesse profondità irrazionali conquistate dai secondi. Ciononostante Aikaintaite riesce qualche volta a condurre in un luogo fuori dal tempo: piacerà a tutti quelli che ascoltano le mille declinazioni “non ortodosse” del doom metal.