Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

SYK, Atoma

SYK

Due membri degli Psychofagist si uniscono a Dalila Kayros e al bassista Luca Pissavini per dar vita ad una formazione dal forte taglio sperimentale, con un’evidente pulsione alla destrutturazione sonora e al dissezionare/ri-assemblare i suoni in maniera fredda, chirurgica, industriale. Questa la base di partenza per la creazione di Atoma, un lavoro complesso e a tratti ostico nel suo non concedere nulla se non ciò che si riesce a recuperare tra le lamiere di un’astronave precipitata al suolo. L’esempio non vuole essere altro che un aggancio con i temi trattati dal disco, cioè i molti misteri che ancora celano il nostro passato e la nostra storia, le molte scoperte che ancora ci mancano e che ci pongono molto più vicini ai nostri antenati di quanto crediamo. Per non parlare di tutto ciò che ancora spieghiamo con la religione, esattamente come un tempo si era fatto per fenomeni naturali o accadimenti, si pensi solo all’arrivo dei conquistadores in America e a come vennero identificati come divinità. Sono molti gli interrogativi posti dai Syk all’interno di un album in cui frammenti sonori squadrati e dai molti angoli vivi si sovrappongono e interagiscono per formare un sound metallico, spigoloso, quasi totalmente privo di melodie, se non si considerano tali le reiterazioni ossessive e le linee seguite dalla voce isterica e sofferta della Kayros. Non si tratta di un album cui avvicinarsi senza le dovute precauzioni, prima di tutte la necessità di lasciare a casa preconcetti e pigrizia, una condizione mentale che dovrebbe essere scontata per chiunque abbia seguito le carriere dei singoli musicisti coinvolti. Da sempre legati e segnati da una forte componente sperimentale, una necessità di spingere oltre i propri limiti che vive oggi all’interno di Atoma e ne permea ogni singola nota, ogni clangore e stridio, in una vera e propria danza ossessiva. Di idee ce ne sono molte, di carne al fuoco altrettanta, sta all’ascoltatore rovistare tra le pieghe delle tracce e spetterà ai musicisti coinvolti portare a pieno regime questa nuova macchina.