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SCOTT WALKER + SUNN O))), Soused

Scott-Sunn

Operazione sulla carta affascinante, questa tra il tormentato compositore da tempo trasferitosi in Gran Bretagna (ed ex Walker Brothers) e i maestri americani di quel filone drone-metal tanto in voga in questi ultimi anni. Diciamo subito che ci sono delle perplessità, non tanto per il risultato finale, che è oggettivamente buono (una sorta di struggente fusione tra due mondi paralleli), quanto per il fatto che un artista come Walker ha dato cosi tanto nelle sue produzioni soliste che sentirlo in questa veste, dai toni un pelo più “regolari” (ma sempre molto ieratici) e con meno picchi creativi come succedeva in Tilt, The Drift e Bish Bosch, lascia un po’ di amaro in bocca (ma forse sono io che chiedo troppo). L’apertura è per la sinestetica e drammatica “Brando”, che ingloba con coraggio i due stili, con quel suo alternarsi tra canto quasi lirico  e le bordate chitarristiche di O’Malley e soci, in verità sempre piuttosto controllate. Non va dimenticato che la produzione del fido Peter Walsh fa il suo dovere, dato che il suono è limpido, potente, e certi passaggi elettronici (tra campionamenti e suoni d’ambiente sempre molto sinistri) danno parecchie sfumature al tutto, che è chiaramente sempre sulle tonalità del grigio e del nero, come una notte che più buia non si può (la complessa “Fetish” è esempio perfetto di quello che voglio sostanziare). Si prosegue sulla stessa strada – ma non mancano inaspettate traiettorie “rumoriste” – nell’apocalittica “Herod 2014”, che registra una melodia ai limiti del pachidermico (davvero degna di nota) e si muove impetuosa tra i rilasci tensionali dei copiosi feedback. “Bull” ha invece un incedere più compatto, la linea melodica in questo caso è più pregnante, gli intermezzi sono tipicamente à la Walker (le reminiscenze di Bish Bosch sono palesi, d’altronde tutti i pezzi sono farina del suo sacco). Soused, lo ribadiamo, rimane di certo un lavoro interessante, che rispecchia indubbie qualità, ma che mi sento di consigliare a fan di stretta osservanza e collezionisti.

Vi segnaliamo il video creato per accompagnare il primo pezzo, “Brando”, opera della artista francese Gisèle Vienne, già al lavoro con O’Malley e Peter Rehberg (come KTL) per l’opera “Kindertotenlieder” del 2007.

Tracklist

01. Brando
02. Herod 2014
03. Bull
04. Fetish
05. Lullaby