Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

MALCLANGO, MalClango

Si crede che dietro le maschere da scimmioni dei MalClango si celino membri di Juggernaut, Inferno, Donkey Breeder. E già questo la dice lunga sul dna di una formazione che si getta a capofitto in un brodo sonoro primordiale e che fa della pulsione ritmica la propria ragion d’essere. Su di essa si innestano linee sghembe eppure ricche di melodia, stacchi math, accelerazioni improvvise, vuoti e pieni che si rincorrono per dare vita a un’ossatura che pare sempre sul punto di crollare, ma che invece regge fino in fondo.

Parti recitate, che sembrano prese da telegiornali pre-colore, e sporadici interventi vocali (usati anch’essi come strumenti) rendono il percorso vario e calamitano lo sguardo dell’ascoltatore sul viaggio dei coraggiosi primati in un alternarsi di pathos e ironia, a tratti vicino a quanto espresso dagli stessi Juggernaut in Trauma, ma con una maggiore attenzione per il ritmo e per la componente percussiva, sottolineata con qualunque strumento passi per le mani della band.

C’è dell’epica in questo racconto, un’epica da “Rosencrantz e Guildenstern Sono Morti”, che ha per protagonisti gli eroi involontari di un viaggio la cui fine è già stabilita e del cui esito sono proprio loro gli unici ignari. Questo delicato equilibrio tra tragedia e commedia potrebbe essere il protagonista di un disco personale e ricco di variazioni sul tema, che non fatica a colpire l’immaginazione di un pubblico al quale necessita solo un briciolo di coraggio e voglia di mettersi in gioco, condizioni essenziali per assaporare appieno le peripezie strumentali dei MalClango e la loro proposta sopra le righe, ma mai fuori controllo.

Il trucco c’è e si vede: si palesa nell’uso dei bassi e nella capacità di far ciondolare il corpo sul ritmo di brani che spaziano tra generi, pur restando fedeli al linguaggio prescelto, come nell’incipit di “Anatomia Di Un Battibecco”, che sembra chiamare in causa il Michael Hedges di Aerial Boundaries, piegato allo scimmionesco trattamento Made in MalClango.

La tempesta si profila all’orizzonte e l’acqua scorre a fiumi intorno alla zattera sulla quale naufraghi pelosi si barcamenano per non soccombere; ma sarà a dir poco difficile sbalzare nei flutti marini per questa Arca di Noè trasformata in un privé mono-specie.

Una proposta in grado di incuriosire e che merita di essere seguita anche sul palco, dove, siamo sicuri, la formazione non faticherà a dare prova del proprio potenziale di fuoco. Promossi.