Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

LORI GOLDSTON & STEFAN CHRISTOFF, A Radical Horizon

Stefan Christoff, ormai lo sappiamo, non ama starsene con le mani in mano. Torna a lavorare con Lori Goldston (violoncellista in Unplugged In New York dei Nirvana e per gli Earth) un paio d’anni dopo Punk Equinox, loro primo incontro nel 2022. Il disco è introdotto da un breve scritto della scrittice Ursula Le Guin che pone l’accento sul pregare rivolti alla terra e alle profondità invece che al cielo ed agli astri. È un disco dove pianoforte e violoncello viaggiano iniziando ad annusarsi su toni piuttosto gravi e liberi. Nello sfregamento delle corde di “A River Under The City” si sente tutto il residuo di legno e resina gonfiato dalle acque dello Hudson, data la registrazione al newyorkese Scholes Street Studio. Poi la musica sembra prendere una discesa maggiormente drammatica e astratta: pochi rintocchi, un’atmosfera tesa e pesante, inizialmente, in “Pine Tree Tops”. Lori Goldston adotta un tocco materico là dove i tasti sono cristallini: il suo strumento diviene base dalla quale far emergere la luce di Christoff. Nella prima parte del disco i brani sono molto lunghi e ci permettono di entrare nel mood della sessione con tutta calma, poi siamo alle prese con episodi più brevi ma egualmente evocativi, in una sorta di luce autunnale che pervade i diversi paesaggi vissuti, immaginati e citati. L’Oceano Pacifico, Berlino, la Spagna, non sembrano essere solamente spunti ma veri e propri colori su tele armoniche e sonore. Suoni crepuscolari, evocativi ed eleganti, che compongono un universo in continuo divenire, trasportandoci con loro in un viaggio multiforme. Lori e Stefan si confermano musicisti sensibili e dotati, capaci di costruire vie nuove e discrete, che entrando nelle nostre orecchie vorremmo non se ne andassero più. A Radical Horizon non è un capolavoro, ma il segnale di una concretezza e di una continuità che va avanti da anni.