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LINO CAPRA VACCINA, Metafisiche Del Suono

Non tutte le ristampe vengono per nuocere. La prendo larga per sottolineare il fatto che, oltre a recuperare molti album dimenticati, l’odierno mercato dei dischi dal passato ha anche permesso ad alcuni artisti di tornare sulla cresta dell’onda dopo anni di “oblio”: è il caso di Lino Capra Vaccina, che dopo la ristampa di Antico Adagio ha già messo mani su un paio di lavori con inediti. L’ultimo in ordine di tempo è questo nuovo Metafisiche Del Suono, uscito lo scorso novembre per la Dark Companion (in catalogo Paul Roland, Paolo Tofani, John Greaves…), sua etichetta di fiducia. Rispetto al precedente Arcaico Armonico qui si evince una forza esecutiva forse più materica, il percussionista sembra avere in mente una sorta di articolata suite meno eterea, certi passaggi della traccia d’apertura nascondono a mala pena una forte inquietudine – le note di piano sono potenti ed evocative allo stesso tempo – ma è chiaro che il suo compito resta proprio quello di creare atmosfere affascinanti e complesse, e qui si entra in pieno nel mondo interiore di Vaccina, fino a sprofondare nell’antro buio della orrorifica “Policromie Sospese”. Se “Il Silenzio Interiore” è dissonante ninna-nanna d’impostazione chiaramente minimalista, quindi reiterata con la necessaria maestria, “Geometrie Astrali” ricorda i raga di una volta, aggiornati però grazie alle lezioni più recenti del weird-folk di stampo americano. Non è affatto scontato ribadire che la classe non è acqua, ma agli estimatori dell’ex Aktuala non dico nulla di nuovo.