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LINGUA IGNOTA, CALIGULA

LINGUA IGNOTA, CALIGULA

CALIGULA è il terzo album di Lingua Ignota, nome d’arte di Kristin Hayter. La polistrumentista californiana, nata nell’86, ha studiato sin da piccola pianoforte e si è laureata in discipline artistiche nel Rhode Island, dove tutt’ora vive. L’etichetta Profund Lore ha notato il suo secondo album autoprodotto, All Bitches Die, decidendo di ristamparlo e di pubblicare anche il successivo lavoro, CALIGULA.

Il tema intorno a cui ruota tutta produzione artistica di Kristin è quello dell’abuso. La cantante ha dichiarato di essere stata vittima di violenza domestica e di essere poi stata lungamente abusata da un “potente musicista” della scena noise di Providence. Come si può intuire, Lingua Ignota si inscrive in un dibattito estremamente attuale, e lo fa in prima persona.

Caligola, imperatore amatissimo dal popolo e a sua volta amante del lusso, spese molto per giochi e feste pubbliche, tanto da far allungare i Saturnalia di un giorno. Si racconta però che fosse anche un crudele sanguinario, che per primo tentò di identificare l’autorità della sua carica con quella divina e che fosse disturbato al punto da voler nominare senatore il suo cavallo. Un personaggio eccentrico, fuori dai canoni, che i contemporanei non riuscivano a descrivere con imparzialità.

Qualcosa di simile accade con Lingua Ignota. I temi trattati avvicinano inevitabilmente Hayter al femminismo: sul suo laptop campeggia un adesivo con scritto “believe survivors”, e molte persone vittime di violenza si ritrovano nelle sue canzoni. Allo stesso tempo non le interessa la lotta collettiva, né la guarigione dal trauma, ma solo l’espressione lancinante del suo dolore e l’invocazione della vendetta. Non si fugge dalla violenza, dimensione ineliminabile e primigenia. La stessa idea radicale è condivisa coi due The Body, coi quali ha stretto un sodalizio: ha aperto loro diversi concerti, ha remixato una loro traccia (“Hallow Hollow”), mentre il batterista Lee Buford ha collaborato attivamente a CALIGULA. Tuttavia, al di là del nichilismo e del percorso artistico comune, una differenza di poetica c’è: per Lingua Ignota una sorta di salvezza esiste, ed è da ricercare in Dio. Sì, perché dopo una giovinezza segnata dall’ateismo, la musicista-performer si è avvicinata al cattolicesimo. Le sue canzoni ne sono intrise, assorbendone tutta l’ambiguità: violenza subita, ricercata e inflitta sono un tutt’uno e porteranno forse alla redenzione di una vita spogliata di ogni gioia. CALIGULA vive allora di luci e ombre, quiete e angoscia. Il pianoforte e la voce sono un momento lirici e toccanti, per poi divenire liturgici – il canto si fa corale grazie alle tante tracce sovrapposte, entrano i violini, l’organo e le trombe – prima di precipitare in un inferno industrial/noise/sludge (in questo caso il marchio di fabbrica è dei The Body, impresso coi loro suoni lo-fi ultra saturi). “DO YOU DOUBT ME TRAITOR”, ad esempio, sembra all’inizio un’innocua canzone di Nick Cave (se le canzoni di Nick Cave possono essere innocue), ma perde ogni costruzione in favore di un teso e intenso sfogo rumoristico su cui si adagia la ripetuta litania I don’t eat, I don’t sleep. “IF THE POISON WON’T TAKE YOU MY DOGS WILL” è un crudo omaggio a Aileen Wuornos, donna condannata a morte dalla giustizia americana per aver ucciso sette uomini che avevano abusato di lei durante la sua attività di prostituta. Di fronte a un’esistenza senza speranza, la fine diventa paradossalmente un modo per mettersi in salvo: Abandon your body so no man can break it… life is cruel, and time heals nothing. A tutt’altre coordinate psicogeografiche, dieci anni fa i Co’Sang si chiedevano se Saviano avrebbe potuto scrivere libri e fare successo se non fosse esistito il fenomeno della camorra. Allo stesso modo, in maniera un po’ capziosa, ci si potrebbe chiedere se Lingua Ignota esisterebbe se il tema degli abusi non fosse così à la page. La risposta è sì, perché un argomento così importante rischia in realtà di occupare tutti i discorsi su quella che è una cantante e performer potente.

A brevissimo sarà in tour in Europa: da noi farà tappa solo a Milano il 16 ottobre, al Macao. Se riuscite, non perdetela.