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DIANA SPENCER GRAVE EXPLOSION, 0

DIANA SPENCER GRAVE EXPLOSION, 0

Ep di debutto per questo quintetto di Gioia Del Colle dal nome dissacrante (Jon Spencer potrebbe vivere di rendita per il resto dei suoi giorni, se ricevesse royalties da tutti i gruppi che citano il nome del suo progetto), che nell’arco di tre lunghi brani per un totale di 24 minuti riesce a ben impressionare con uno stile che i musicisti stessi definiscono come “psych-post-stoner”.

In effetti l’etichetta ha un senso e riesce a dare un’idea piuttosto concreta di quello che si può ascoltare qui dentro, laddove suggestioni floydiane (soprattutto nelle introduzioni d’atmosfera) convivono bene con l’amore per certo hard-blues anni Settanta e l’evidente influenza dello stoner degli anni Novanta.  I Diana Spencer Blues Explosion riescono a sposare in maniera credibile e sorprendentemente matura le diverse influenze e dosano con sapienza i sapori, alternando quelli più morbidi con quelli più duri e decisi, forti di una buona capacità compositiva e un’ottima preparazione tecnica. Piace anche il fatto che siano ben tre le voci che si avvicendano al microfono, in modo da far emergere diverse personalità anche all’interno dello stesso brano, tanto che poi si finisce per trovare riferimenti sparsi a nomi quali Kyuss, Karma To Burn, A Perfect Circle e perfino i Metallica “rinnegati” di Load. Dopo due tracce di grande impatto e minutaggio medio come “Space Cake” e “Avalanche”, la band si lancia anche nella lunga suite Long Death To The Horizon, tredici minuti coraggiosi e a tratti pretenziosi, dai quali però riesce a uscire a testa alta, merito di una serie di intuizioni non banali con le quali tener salda la rotta.

Lavoro molto interessante che, al netto di qualche peccato di gioventù, sembra disegnare un futuro ricco di soddisfazioni. Attesi alla prova sulla lunga distanza.