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CRIPPLE BASTARDS + TSUBO + GALERA, 29/11/2013

Cripple Bastards

Roma, Traffic.

Se c’è un gruppo che rivedo sempre volentieri, quello si chiama Cripple Bastards. Nonostante li abbia intercettati ormai tantissime volte, per me un loro concerto è sempre un occasione imperdibile, soprattutto se non vengono come supporto di qualcun altro. Per quest’occasione, infatti, sono scesi da soli, a sei anni di distanza dall’ultima volta da headliner qui a Roma, al vecchio Traffic (ora Closer): in questo tour ripropongono quasi per intero Misantropo A Senso Unico, ristampato da poco dalla FOAD Records.

Arrivo al locale poco dopo le 10, trovandolo semi-deserto, e di lì a poco salgono sul palco i Galera. Il gruppo formato da ex-membri di altre band romane, soprattutto degli Ebola, propone un hardcore moderno molto vicino ai Converge. Purtroppo sono sonorità che non ho mai digerito, non posso quindi essere molto obiettivo riguardo al loro show. Devo dire però che la tecnica c’è, l’esperienza di anni e anni di live dei membri della band si vede: chi apprezza questo sound di sicuro sarà stato positivamente colpito dalla loro esibizione.

Dopo di loro è il turno degli Tsubo, band di Latina che quasi tutti qui conoscono. Non a caso sono molti quelli che assistono al loro concerto, sebbene il pogo sia quasi ridotto a zero. Loro se ne preoccupano relativamente: a un certo punto il cantante/chitarrista Giorgioni dice “ma ve state a divertì? Pare che ve state a rompe er cazzo”, cercando di scaldare la situazione. Questo però non gli impedisce di dare il meglio di sé: non riesco a contare quante volte li ho visti (contando che, per un periodo, suonavano quasi una volta alla settimana), ma devo dire che i ragazzi se la sono cavata bene.

Tempo di un veloce cambio palco ed è finalmente il turno dei Cripple Bastards. L’intro è quella presa da “Frenzy”, alla quale segue “Misantropo A Senso Unico” (al posto della solita opener “Being Ripped Off”), che subito fa scatenare il mosh più furioso: come dicevo, le canzoni successive – alcune delle quali non venivano eseguite più da anni (“Il Grande Silenzio”, “Conclusione” e “Quasi Donna… Femminista”) – provengono tutte dal secondo full length dei Cripple. Il quartetto è come al solito in ottima forma: Giulio The Bastard questa sera ha 39 di febbre, ma non la sente. Il resto della scaletta è composto da classici come “I Hate Her”, “Images of War/Images of Pain”, “1974”, “Polizia Una Razza Da Estinguere” e dai pezzi più noti di Variante Alla Morte (come “Allergie Da Contatto” e “Stupro E Addio”).

Non c’è niente da fare: i Bastards sono un marchio di garanzia. Li ho visti ormai undici volte e li rivedrei ancora tante altre, non a caso all’estero moltissima gente pagherebbe per avere le stesse occasioni di incrociarli che abbiamo noi italiani. Promossi a pieni voti, come sempre.