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CORRADO ALTIERI, Less

CORRADO ALTIERI, Less

Nel suo giro Corrado Altieri è conosciuto come Uncodified, ma non è la prima volta che esce qualcosa col suo vero nome sopra, anche se non credo si sia mai trovato da solo. Non è molto originale scrivere che in Less esprime un suo lato più riflessivo e atmosferico, contrariamente a quanto succede quando indossa la maschera di Uncodified (che, se esistessero ancora negozi di dischi, si troverebbe nella sezione industrial/noise, magari dopo Theologian e prima di Vomir). Rimane però secondo me il miglior modo possibile di far capire a chi legge in che posto ci troviamo.

Il titolo dell’album suggerisce che il tutto conservi l’asciuttezza tipica di Altieri, anche se in questa quarantina di minuti confluiscono tantissimi ascolti. Del resto, stiamo parlando di qualcuno che non ha caricato ieri il suo primo mp3 su Soundcloud, ma che appartiene a un’epoca in cui al posto di WeTransfer.com c’era lo scambio di cassette: nelle tracce confluiscono sia suoni che sembrano usciti dalle prime sperimentazioni coi sintetizzatori, sia altri la cui matrice è industrial, e in più materiale collegabile alla musica concreta, rumore e disturbi più vicini al glitch o a Bernhard Günter e Francisco López, senza dimenticare che su qualche frangente aleggia lo spirito di Mika Vainio. Personalmente, preferisco i pezzi più “comunicativi” e meno cerebrali: “Interno”, in cui la ricca cassetta degli attrezzi di Altieri serve per inquietare e creare tensione; “Lakes”, decisamente più musicale, che accende gli schermi di qualche sottomarino per mostrarci fondali inesplorati; “Clouds” e “Islands”, altri brani che hanno suoni ampi, aperti, qualche battito (severissimo, per carità) a movimentarli e ti portano da qualche parte. Gli altri episodi, credo volutamente, sono meccanisimi che sembrano andar avanti per conto proprio, quasi potessero fare a meno di un ascoltatore.

Less spara buoni colpi, questo è innegabile, ma vorrei di più.