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ATTILIO NOVELLINO, A Conscious Effort

ATTILIO NOVELLINO, A Conscious Effort

Attilio Novellino ha aspettato sei anni prima di farci sentire il seguito di Through Glass, uscito nel 2012 per Valeot di Alexander Vatagin. Durante questo intervallo di tempo ha collaborato con artisti ben diversi tra loro: Rob Mazurek, Tim Barnes, il duo The Great Saunites e altri ancora, toccando dunque jazz, psichedelia, noise… Si è mosso allo stesso modo di Alberto Boccardi, che come lui ha pubblicato il suo primo album solista nel 2012 e con cui un po’ si somiglia (utilizzo del laptop, field recordings, artisti che li hanno influenzati), perché entrambi hanno cercato – attraverso il confronto con gli altri – vie di fuga dai cliché, rischiando brutte cadute.

Novellino ha da poco messo in circolo l’album A Conscious Effort, con cui riparte dall’inizio, ma cercando di sintetizzare le esperienze fatte tra un full length e l’altro, appoggiandosi a ospiti validissimi (Makhno, Witxes e altri che nominerò in seguito). Il primo di questi a comparire durante l’ascolto è proprio Alexander Vatagin (al violoncello), uno che già lavorava coi port-royal  – e dunque con un certo tipo di suoni atmosferici e shoegaze – ormai secoli fa: sembra quasi un ritorno a casa e per di più “Conceptual Experience Of The Body” è sul serio un’ottima fusione tra suoni acustici e digitali. Poi però da casa ci si allontana, ed ecco che a un certo punto, in uno degli ultimi pezzi, ci si trova sullo stesso palco col bassista dei Great Saunites e con l’ottimo Francesco Gregoretti alla batteria (giro Napoli impro/noise), in una ricerca di corporeità (questa volta è il titolo è “Perceptual Experience Of The Body”) non così strana per un certo tipo di musicista elettronico, basta pensare a come ha agito Ben Frost negli ultimi anni. Il passaggio da conceptual a perceptual, da etereo o sognante a pesante e reale, è meno faticoso del previsto, nel senso che non si ha mai davvero la sensazione di ascoltare dischi diversi e questo io lo interpreto come un buon risultato per Novellino, che ha saputo migliorare rimettendosi in gioco. Speriamo in un terzo album con ancora più amalgama e da cui venga fuori definitivamente lui con la sua personalità e un’idea forte dietro.