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AA.VV., Tutto Quello Che Ho Da Dire – Un Tributo A Claudio Rocchi

Quattro anni fa veniva a mancare uno dei capisaldi del cantautorato italiano. Intransigente ma sempre disposto a mettersi in gioco, Claudio Rocchi ha rappresentato, per molti artisti che sono venuti dopo di lui, una sorta di Stella Polare da seguire con passione. Con oltre venti dischi pubblicati, moltissime collaborazioni, un profondo amore per la radio e una grande voglia di comunicare e far conoscere, ha sicuramente lasciato un segno nella storia della musica leggera italiana degli ultimi quarant’anni.

Abile musicista, ottimo autore e grande divulgatore, ha contribuito, principalmente durante gli anni Settanta, a costruire una cultura musicale italiana basata non solo sulla “canzonetta”, ma anche sulla sperimentazione e sull’abbandono degli standard pop. Personaggio dalle mille sfaccettature, è stato, fra le varie cose, un attivo pacifista, uno scrittore e un regista, oltre che direttore, per tre anni (a partire dal 1999) della prima radio indipendente nazionale del Nepal.

Ultima controprova della sua importanza è di sicuro la compilation “Tutto Quello Che Ho Da Dire – Un Tributo A Claudio Rocchi”, pubblicata a giugno dall’ufficio stampa Macramè – Trame Comunicative. Il lavoro, comprendente diciannove brani, prova a toccare tutte le sfumature dell’animo e della poetica del cantautore, rileggendolo con profondo rispetto e ammirazione.

Schiacciato il tasto play, si rimane subito colpiti dalla spazialità elettrica di “Devo Stare Più Attento” (rivisitazione a cura di Giovanni Peli), ma non sono da meno neppure il raffinato espandersi della notturna “Ogni Uomo” (realizzata da Paolo Saporiti) e l’intensità rock, guidata da batteria e intrecciarsi di chitarre, di “Lascia Gesù” (Fardella, Barbagallo, Romeo). Gli sconfinati orizzonti di “Questo Mattino” (Alessandro Adelio Rossi), a seguire, tra elettronica crepuscolare e malinconiche note di sei corde, si combinano ottimamente con lo spirito pacato dell’emotiva “La Realtà Non Esiste” (Mosè Santamaria). Volgendo lo sguardo a sonorità più ruvide e graffianti, invece, abbiamo le deviazioni noise di “Adesso” (Freddocane) oppure il taglio alla Giorgio Canali di “Responsabilità” (Alanjemaal). In coda al disco, infine, Barachetti/Ruggeri e Michele Gazich costruiscono una splendida interpretazione, morbida e coinvolgente, di “Eccoti Qui”, lasciando che a chiudere sia la cupezza scomposta e disorientante di O Sei Parte Del Problema O Sei Parte Della Soluzione (“Guignol”).

Nonostante gli oltre settanta minuti di durata, la compilation, come era facile intuire, fatica a mettere in luce tutte le sfumature della personalità di Claudio Rocchi, ma di sicuro riesce a darne una visione d’insieme.
Perdersi nella poetica di un grande autore è sempre un’esperienza intensa e carica di fascino, iniziare l’avventura partendo da un ascolto di qualità come questo, rende il tutto ancora più entusiasmante.