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ELYSIA CRAMPTON, Elysia Crampton Presents: Demon City

Boliviano-americana che ama lavorare sull’identità dei suoni, peculiarità da non sottovalutare dato che ci tiene a esprimersi anche col proprio corpo (in ottica transgender), Elysia Crampton è una chiara espressione della contemporaneità, alludo all’avvenuto riconoscimento di categorie che vanno oltre la tradizionale dicotomia uomo-donna, oltre che una dimostrazione di come le periferie del mondo non siano più tali, suoni compresi ovviamente. Provo a spiegarmi meglio: in quest’album di musica puntuta e tendente alla dance, troverete tante di quelle suggestioni stilistiche (frutto delle collaborazioni scelte dalla Crampton) a dar colore alle singole tracce che cercare di dissezionarle sarebbe impossibile, perché il tutto è vorticoso e volutamente mescolato. “After Woman (For Bartolina Sisa)” sembra uno shake di grime e dance rancida (qui c’è lo zampino di Rabit), “Dummy Track”, con Why Be e Chino Amobi, è inesorabile e ritmica, tra condanne voodoo e voglia di muovere il corpo in un ballo sfrenato. C’è poi la saltellante e nevrotica “Children Of Hell”, prodotta col solo Amobi, una roba che ti viene l’ansia solo a provare ad ascoltarla senza cuffie, per via di quegli apparenti suonini scemi che invece trapanano le orecchie e non se ne vanno più. Elysia Crampton Presents: Demon City è come un ideale score di un videogioco con odiosissimi zombie festanti (“Esposas”), all’apparenza ben vestiti e profumati, che invece, una volta vicini, emanano fetore e violenza da far ribrezzo. In un certo senso questa è “post-musica collettiva”, che non si può ascoltare solo come accompagnamento e non è più sinonimo di banale piacevolezza, ma è qualcosa che si vive insieme e sottopelle, che respinge e affascina allo stesso tempo, una vera e nuova “musica comunitaria”.

Tracklist

01. Irreducible Horizon
02. After Woman (for Bartolina Sisa)
03. Dummy Track
04. The Demon City
05. Children Of Hell
06. Esposas 2013 (No Drums)
07. Red Eyez