Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

THE BIDONS, Clamarama

Dei The Bidons ci siamo già occupati in passato, del resto questo Clamarama è il terzo album della band e ancora una volta parte dai Sessanta per riversare sull’ascoltatore una miscela ben dosata di garage, punk, beat, rock’n’roll, surf e persino una spruzzata di swing a creare un caleidoscopio di stili, amalgamati dalla già citata vena garage che ricopre il tutto. La perdita nel 2014 di uno dei membri fondatori non ha fermato il cammino della band, che prosegue a macinare anthem. A “Let’s Start From The Pants”, ad esempio, è davvero difficile resistere, proprio per quel piglio mai troppo serioso e per l’energia genuina che sgorga dalle tracce di questo nuovo album. Al solito, qui non ci si inventa nulla, eppure il risultato è talmente coinvolgente e mai eguale a sé stesso da vincere senza fatica sui molti concorrenti impegnati a portare avanti la tradizione garage: sarà che ci si sporca le mani e non si ha paura di contaminare, soprattutto si utilizza la giusta dose di adrenalina per donare al suono un retrogusto di bettola, con quel taglio rock’n’roll e quel sapore di bourbon da cui non riusciamo proprio a star lontani. Non di rado, poi, avviene la magia di ritrovarsi tra le pagine di un numero di Rockerilla negli anni Ottanta, quando il revival garage la faceva da padrone con nomi quali Fuzztones, Miracle Workers, Morlocks, Chesterfield Kings e anche in Italia si riaccese per una breve stagione la fiamma del genere.

Insomma, se amate il garage ma non sopportate le pose da fighetti e le patinature, i Bidons potrebbero fornirvi la giusta colonna sonora per le scorrerie notturne. Giudizio positivo confermato senza tentennamenti.