LIZ LAWRENCE, Peanuts

Attiva dall’inizio degli anni Dieci, Liz Lawrence, dopo un primo disco dal taglio molto cantautorale uscito nel 2012 e intitolato Bedroom Hero, si concentra per qualche anno su un altro progetto insieme a Tim Ross, con il quale fonda il duo electro-pop Cash+David, facendo uscire qualche singolo. Nel 2019 riprende la sua attività solista con l’album Pity Party e successivamente nel 2021 con The Avalanche. Il suono, forse anche influenzato dall’esperienza con Ross, è impreziosito da elementi più indie con qualche arricchimento di synth. Il nuovo album, intitolato Peanuts, il primo uscito per la major Chrysalis Records, racchiude per Liz diversi sentimenti scatenati da eventi importanti, primo fra tutti il forzato ritorno nella sua città natale Strattford-upon-Avon, nelle West Midlands, a causa della pandemia. A questo proposito, lei dichiara: “Il ritorno nelle Midlands ha cambiato ciò di cui stavo scrivendo perché è cambiato ciò che stavo guardando. La musica e la cultura sono così trascurate al di fuori delle grandi città. C’è così tanto snobismo regionale. Ci stiamo disconnettendo gli uni dagli altri in un momento in cui non abbiamo mai avuto così tanto bisogno di connessione. Temo che stiamo perdendo spazi fisici, spazi comunitari e la sensazione di stare tutti insieme. Più che mai, penso che dobbiamo mobilitarci contro questa perdita”. Questo, insieme alla depressione che l’ha colta in quel frangente, ha reso il periodo di recupero lento. Il titolo Peanuts deriva da un gioco da bambini che consiste nell’intrecciare le dita delle mani con un’altra persona e iniziare a torcerle fin quando il primo che non sopporta più il dolore, urla “Peanuts”. Il dolore da lei provato negli ultimi anni, probabilmente ha fatto sì che il suo urlo si sia trasformato in undici brani e una copertina dove lei, presumo, vestita da Giovanna D’Arco, fa questo gioco con qualcuno che non viene incluso nella foto. Musicalmente, l’album va in continuo con quello che avete sentito tre anni fa in The Avalanche: chitarra leggermente distorta, lievi arrangiamenti di synth, ritmi leggermente serrati, atmosfere tra il trasognante e l’alternative rock con qualche “sperimentazione”. Tra queste “sperimentazioni”, che ho apprezzato, sicuramente trova spazio “S.U.R.V.I.V.E.” con il suo mix di elettronica, melodie incisive e malinconia e la successiva “On Loss And Overcoming Despair”, dove ritmi tribali vengono rafforzati da un sub-basso elettronico ai quali si unisce la batteria in un finale in crescendo. Un album che ha bisogno di qualche ascolto per essere apprezzato appieno, in quanto la voce di Liz non è sempre energica come nel bel singolo “Big Machine”.

Tracklist

Side A

01. Big Machine
02. Names Of Plants And Animals
03. No One
04. That’s Life
05. Oars
06. No Worries If Not

Side B

01. Strut
02. Nitrogen
03. S.U.R.V.I.V.E
04. On Loss And Overcoming Despair
05. Top Level Joy