HANA VU, Romanticism

Attiva dalla metà degli anni Dieci di questo secolo, Hana Vu ha alle spalle cinque album e il sesto, intitolato Romanticism, uscito per Ghostly, è il suo secondo per questa etichetta. Con Romanticism Hana racconta delle difficoltà dell’essere giovane e di come man mano che si accumulano esperienze aumenti la disillusione. Come spiega direttamente: “Essendo giovane, ci sono così tante cose che sperimento per la prima volta, in continuazione. Ma man mano che sperimento più cose, divento sempre più desensibilizzata. Mi sento molto più saggia, ma meno fervente, meno fiduciosa”. Questo sentimento viene espresso anche nei testi, come in “22” dove dice: “Sto solo invecchiando / ho solo 22 anni”. Oppure in “How It Goes”: “Per sempre sembra troppo tempo / ma sono appena arrivata, resto un po’”. La scrittura diventa terreno fertile per una sorta di auto-terapia. Altri estratti casuali, dicono: “Non c’è risposta / ma ne voglio comunque una”, oppure “Che tipo di persona sono? / Non lo so, non lo so. / Che razza di lezione è la vita?”. Musicalmente, Hana Vu con la sua band suona un indie rock che dà il meglio di sé quando la sua voce morbida incontra ritmi più serrati o quando cerca di formare melodie più accattivanti, come avviene in apertura con il pezzo “Look Alive”, dove lei duetta con le orchestrazioni e i tappeti sonori dei synth. Altri pezzi, più statici dal punto di vista melodico, rimangono meno impressi e tendono a restare sullo sfondo. Verso la fine dell’album, però, c’è una sferzata ritmica: “Airplane” e “Play” suonano quasi come indie dance e funzionano molto bene. Subito dopo, invece, “Draw A Heart” e “Love” chiudono l’album con quella che posso definire una nuvola shoegaze che non riesce ad elevarsi troppo in alto nel cielo… In chiusura, è da notare la citazione della copertina, che prende spunto dal dipinto di Artemisia Gentileschi intitolato “Giuditta decapita Oloferne”.