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ETAPP KYLE, Alpha

Etapp Kyle è una delle figure più interessanti tra quelle emerse dalla scena techno dell’Est Europa negli ultimi anni. Già protégée del collettivo russo ARMA17, il giovane artista si è dato da fare in studio e fuori, alternando performance acclamate nel contesto di numerosi festival in giro per l’Europa e produzioni per realtà solide del settore quali Klockworks e Prologue. L’anno scorso l’ucraino è sbarcato su Unterton, il ramo dell’etichetta del Berghain dedicato alle nuove promesse. Da poco ottenuta l’investitura a resident del Tempio, esordisce su Ostgut Ton con Alpha, ep dalle sonorità cosmiche che mette indiscutibilmente in risalto la cura per le cesellature già presente nei precedenti lavori.

I quattro brani hanno un piglio meditabondo, adatto sia a un ascolto domestico, sia a un momento di trascendenza in pista: Kyle predilige una produzione cristallina e ricca di sfumature, ma senza rinunciare a kick pieni e rimbombanti. La title-track si dischiude lentamente illuminata dalle note eteree di un sintetizzatore accompagnato da fruscii che si muovono nello spettro sonoro come dei turbinii di aria. In breve questo scenario placido si trasforma in un’escursione dub techno, tutta giocata su minute variazioni ambientali. “Quantum” vede una tesa sequenza melodica svolgersi ed interfacciarsi con uno schema ritmico serrato e instabile, complice una programmazione maniacale della parte di rullante. “Source” accentua ancora l’elemento ritmico e viene scandita da una cassa tonante e da un corollario di hi-hats appena accennati. L’elemento melodico è quasi del tutto assente, dal momento che c’è giusto un tema ridotto all’osso e dal sapore vagamente detroitiano. “Ritual” è un brano che insinua un terrore sottile, analogo a quello prodotto da alcune colonne sonore horror degli anni Ottanta, e chiude il disco su una nota ludica che devia leggermente dai toni austeri degli episodi precedenti.

Con Alpha Etapp Kyle ha mosso un ulteriore passo in direzione di una techno a prova di audiofilo.