Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

DYNFARI, Vegferð Tímans

Dynfari

Gli islandesi Dynfari, giunti con Vegferð Tímans al loro terzo album, propongono un viaggio sonoro che innesta su di una solida base black metal tutta una serie di elementi esterni, così da offrire all’ascoltatore un’esperienza multiforme e ricca di atmosfera. Proprio questa varietà di sapori all’interno del menù, pur in assenza di strappi o forzature evidenti, crea un effetto quasi onirico, con mutamenti di prospettiva tanto inaspettati quanto ben costruiti. Tra doom, folk, richiami agli umori del post-core più espanso, scenari dal vivido taglio cinematografico, strumenti tradizionali, crescendo esplosivi e cambi di direzione, i Dynfari hanno costruito un vero e proprio dedalo sonoro in cui è più facile perdersi che ritrovare la strada principale. Si prenda come esempio tra i tanti “Vegferd II – Ad Astra” un brano in cui l’incipit segnato da una voce eterea e delicate chitarre acustiche si trasforma in un’esplosione dai chiari rimandi post-rock, senza per questo rinunciare a un finale tra black e doom. Si potrebbe pensare a un patchwork senza filo conduttore o a un tipico esempio di metal sovrabbondante e auto-compiacente, eppure tutto funziona e cattura l’attenzione, tanto da lasciare a fine corsa con la voglia di averne ancora, certi di essersi persi qualche dettaglio e di poter trarre ancora del buono dal disco. Merito, con tutta probabilità, dell’equilibrio generale e della cura per gli incastri: i Dynfari hanno saputo centrare in pieno l’obbiettivo ed entrano di diritto nel novero dei gruppi da tenere d’occhio e da cui aspettarsi parecchio. Ben fatto.